Comunicare con le nuove generazioni

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Comunicare con le nuove generazioni

Oggi i team di lavoro sono sempre più “multi”: multidisciplinari, multigenerazionali e multiculturali. Una competenza manageriale chiave è quella di saper far lavorare bene insieme persone dai 20 ai 60 anni e oltre, anche provenienti da altre culture. Bisogna saper amalgamare differenze individuali e diversità culturali. Negli ultimi anni, il focus manageriale è stato sui Millennials e, di recente, l’attenzione si è spostata sulla I-GEN, la “Generazione Iperconnessa”, i nati dal 2000 in poi.

Caratteristiche del profilo I-GEN: una scheda di approfondimento

● Non conoscono un mondo senza internet e senza dispositivi
● Si informano sul web
● Non guardano la TV ma Netflix
● Chattano in continuazione
● Preferiscono le immagini e i video alle notizie scritte, il messaggio vocale a quello digitato.
● Il loro linguaggio è contratto, con utilizzo di “tachigrafie”
● La loro esperienza della realtà spesso si confonde con la sua rappresentazione in rete.
● Facebook, il social network più usato dai Millennials e dalla Generazione X, non è sicuramente il loro Social Media preferito e viene sostituito da Instagram, Snapchat o TikTok perché più rapidi e di immediata comprensione.
● Si calcola che, mediamente, la focalizzazione dell'attenzione non supera gli 8 secondi. Non è allora un caso che WhatsApp prenda il posto delle mail perché più diretto e rapido. Molto apprezzato è anche YouTube perché d'immediata fruizione.
● Tutto dev'essere portatile, tutto a portata di clic, tutto dev'essere immediato, facile, a portata di mano.
● È una generazione che non conosce barriere di connessione e sopporta a fatica i limiti determinati dai tempi della fisica.
● Sono multiculturali naturalmente e sono quindi contrari ad ogni limitazione sociale che non sia chiaramente determinata da evidenti fattori oggettivi.
● Amano la diversità perché ognuno di loro si considera a suo modo speciale. Il limite tra vita reale e mondo virtuale molte volte non è sempre così netto. Potenzialmente possono tutto, ma nella realtà si sentono soli e vuoti. L'essere connessi è la modalità di relazione largamente dominante.
● Nella società e nelle istituzioni, aziende comprese, non sopportano la doppia morale (due pesi, due misure).
● Sono sospettosi e talvolta apparentemente apatici. In realtà molte volte soffrono semplicemente la crisi di autorevolezza del mondo adulto. In questo senso sono più realisti di chi li ha preceduti e sono maggiormente disposti a contare su sé stessi per riuscire a conquistarsi un posto nel mondo.
● Nati in un mondo veloce ed instabile, sono distratti e poco abituati all'approfondimento. Sulla scia di Greta, sono sensibili ai temi ecologisti e di conseguenza anche alla loro salute fisica.
● Possono avere la percezione di un mondo lavorativo aggressivo e non equo e pensare a soluzioni “facili” per risolvere il “problema lavoro”.

Rielaborato da: https://www.aidp.it/hronline/2019/11/19/la-generazione-z.pho

Comunicare con le nuove generazioni

 

Esercizio di autoanalisi

• Nel tuo contesto di lavoro, come viene affrontata la “questione generazionale”?
• Sono stati offerti supporti formativi ai responsabili dei team di lavoro su questo tema? Quali? Sono stati utili?
• Quali sono, in particolare, le criticità che si verificano nel team tra profili generazionali distanti? Come vengono risolte?

Alcuni suggerimenti pratici per gestire le diversità generazionali:

• Creare la cultura del “Multi Team”: Nel gruppo di lavoro, differenze e diversità sono un fatto naturale, una ricchezza, una opportunità di confronto e crescita
• Abolire vecchie categorie di pensiero come “senior” e “junior”, “giovane” e “anziano”. Quando lavoriamo, siamo tutti colleghi, giochiamo nella stessa squadra, siamo tutti a bordo. Stimolare l’approccio inclusivo e del sentirsi tutti insieme nel portare a termine la missione aziendale.
• Applicare il metodo dell’insegnamento reciproco (“Reverse mentoring”): il ventenne insegna cose nuove al sessantenne, il sessantenne insegna l’esperienza al ventenne. Tutti imparano da tutti, senza pregiudizi o stereotipi né sull’età, né sulla provenienza geografica e culturale. Si fa gioco di squadra sull’apprendimento perché il team è l’espressione di una competenza collettiva: le competenze di ognuno si fondono e si contaminano con quelle degli altri.
• Il team è una mente fatta dei cuori di tutti!

Esercizio: applicare questi suggerimenti

• L’obiettivo multigenerazionale che voglio raggiungere

• Chi coinvolgerò

• Come

20

+

anni di esperienza

50

+

formatori e consulenti aziendali senior

250

+

corsi in aula / online e team building a catalogo

500

+

aziende Clienti

15000

+

partecipanti