Gli stili di docenza:
lucidatore o animatore?

Corso di formazione

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Gli stili di docenza: lucidatore o animatore?

Nell’universo della formazione aziendale per distinguere le principali tipologie di formatori suggerisco di utilizzare come parametro, la capacità di coinvolgere e di creare interesse rendendo i partecipanti al corso i protagonisti dell’intervento formativo.

Grazie a questo criterio, è possibile individuare due principali categorie di formatori:

I lucidatori

In passato dotati di lucidi trasparenti e lavagna luminosa, oggi si avvalgono  di presentazioni al computer con animazioni, video e foto messe a disposizione dalla tecnologia moderna.

Nel corso di una  ora di riescono a presentare decine di lucidi.

Il loro metodo consiste nella classica lezione frontale senza interventi da parte dei partecipanti costretti ad ascoltare senza poter dare il proprio contributo personale all’intervento formativo.

Gli animatori

Il loro obiettivo principale è quello di coinvolgere attivamente i partecipanti in modo tale che siano loro stessi in prima persona a essere al centro dell’apprendimento.

Gli animatori fanno largo uso delle tecniche di apprendimento attivo: esercitazioni, giochi, autodiagnosi, formazione esperienziale, casi di studio, role play, business game ecc.

Come riconoscere un docente

Per distinguere un lucidatore  da un animatore i principali fattori indicativi sono:

  • “percentuale di intervento dei partecipanti al corso”: quanto spazio lascia il formatore  ai partecipanti del corso per condividere la loro esperienza? Se la percentuale riservata ai corsisti non raggiunge il 50% ci troviamo di fronte a un possibile lucidatore;
  • quantità di tempo dedicato alla lezione frontale in proporzione all’utilizzo di metodi che  coinvolgano attivamente i partecipanti. Se la lezione frontale si prolunga per più di 10 minuti in un’ora, sicuramente la lezione sarà tenuta da  un lucidatore;
  • quantità di slides presentate durante il corso. Un animatore ne usa pochissime nel corso di un’intera giornata formativa e solo nei casi indispensabili nei quali non se ne può fare a meno. Un corso di formazione non deve ridursi a una semplice presentazione con  commento da parte del docente. Secondo la visione “classica/scolastica” del processo di formazione:
  • l’insegnante decide in anticipo e autonomamente gli obiettivi di apprendimento da conseguire al termine della lezione;
  • tra il docente e i partecipanti al corso si instaura un rapporto autoritario-gerarchico, fondato sulla formalità e il distacco;
  • la comunicazione tra l’insegnante e i corsisti avviene in un’unica direzione: l’insegnante spiega e i partecipanti ascoltano, o almeno così si spera;
  • l’apprendimento è prevalentemente teorico ed è incentrato sulla presentazione di informazioni;
  • l’utilizzo di prove pratiche, simulazioni ed esercitazioni è limitato a momenti brevi e sporadici;
  • Il ruolo dei partecipanti è quello di ascoltare: sono protagonisti passivi dell’apprendimento;

Come rendere un intervento formativo efficace

Per garantire l’efficacia di un corso di formazione occorre:

  • raccogliere il maggior numero di informazioni sui partecipanti;
  • avere chiari gli obiettivi del corso;
  • prepararsi sulla materia e mantenersi sempre aggiornati con le ultime novità;
  • utilizzare una vasta gamma di metodi e strumenti di apprendimento;
  • adattare il proprio stile alle esigenze e alle aspettative dei partecipanti;
  • prevedere anticipatamente le possibili criticità e le obiezioni. Molti formatori  cercano di insegnare dicendo alle persone cosa fare . Tuttavia il metodo più efficace per il successo di un intervento formativo  è il coinvolgimento attivo e diretto dei corsisti. Il ruolo di un formatore è quello coinvolgere e motivare i partecipanti (che appunto sono coloro che partecipano) a raggiungere i traguardi  del corso. I partecipanti devono costruire insieme all’animatore la lezione.
Gli stili di docenza: lucidatore o animatore?

I vantaggi di un coinvolgimento attivo

  • consente di mantenere alta l’attenzione e l’interesse per un periodo più lungo;
  • diminuisce la stanchezza fisica;
  • aumenta la capacità di ricordare quanto trattato durante il corso;
  • consente un confronto diretto tra colleghi;
  • valorizza e rende protagonista ciascun partecipante;
  • permette al docente di raccogliere informazioni sui partecipanti e sulle loro esigenze;
  • l’insegnate può verificare passo passo il grado di apprendimento e di gradimento;
  • riduce lo stress da presentazione in pubblico;
  • permette di risparmiare tempo da dedicare all’analisi  dei  dubbi e/o delle criticità emerse dagli esercizi.

Gli interventi formativi classici producono molte idee ma non abbastanza azione.

Per trasmettere la “capacità di fare”  l’aula deve trasformarsi in una sorta di palestra in cui i partecipanti si possono allenare per affrontare al meglio le criticità e le opportunità del mondo del lavoro.

L’obiettivo, dunque,  è  quello di formare i partecipanti attraverso l’esecuzione in prima persona di esercitazioni, giochi, autodiagnosi, ecc.

La formazione deve essere come l’allenamento per un atleta: un elemento imprescindibile per riuscire a vincere una competizione!

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