L'effetto mummia

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L'effetto mummia

L’effetto mummia riguarda quelle persone che non riescono a staccarsi dal passato e vivono in una sorta di “imbalsamazione psicologica”.

Chi subisce questo “effetto”, di solito, tende frequentemente a riportare in vita i fantasmi di un tempo lontano rimpiangendo pesantemente una persona che non c’è più o una situazione vissuta, percepita come “idilliaca”.

“Se potessi tornare indietro, giuro che non le farei quello che le ho fatto...”, “Quelli sì che erano bei tempi ma, ahimè, non torneranno più!”, “Non è più come una volta!”, sono le tipiche espressioni di chi rimane fissato sul passato e, se potesse disporre di formule magiche, lo vorrebbe addirittura far tornare in vita.

Ci sono persone che si accaniscono a rincorrere inutilmente un partner che per diversi motivi ha abbandonato la relazione o chi ripensa in continuazione a come erano le condizioni di vita una volta.

Ancora oggi, possiamo ritrovare l’ossessione del passato in alcune scritte ideologiche che inneggiano o dileggiano, a seconda dei casi, eventi avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sono trascorsi quasi sessanta anni ma pare che alcune persone facciano molta fatica a chiudere una volta per tutte il sarcofago del passato e a guardare con rinnovata fiducia il futuro che, ormai da decenni, gli si prospetta davanti.

Oltre a “Per non dimenticare”, bisognerebbe che ci fosse qualcuno che aggiunga: “Per guardare avanti e fare in modo che oggi sia migliore di oggi, per un domani sempre più desiderabile”.

L'effetto mummia

L’effetto mummia è diverso dalla nostalgia: il primo denota una fissazione, un’ossessione nevrotica, un’incapacità di entrare nel presente e di rivolgere lo sguardo verso l’orizzonte del domani.

La seconda, invece, riguarda più un romantico ed innocuo ripercorrere il “viale delle rimembranze della propria vita”, con l’accortezza, tuttavia, di non sostarvi troppo a lungo.

Per Paolo Crepet, ad esempio, “La nostalgia è un sentimento positivo, è una cartina tornasole della nostra sensibilità e insegna che nulla avviene per caso, nulla cessa di essere importante.

Anche le cose più difficili e dolorose hanno un loro senso.

Anche i drammi, le vicende che preferiremmo dimenticare, ma che ormai fanno parte di noi.

La nostalgia ci dà il giusto valore di quella esperienza passata, il giusto valore di ciò che stiamo vivendo ora, perché sappiamo che questo diventerà nostalgia.

Ed è bellissimo lavorare per costruire una nostalgia del futuro”.

La persona che invece non riesce a superare un ricordo carico di dolore, risentimento e rancore, “mummifica” psicologicamente la persona o le persone (anche se stessa) che hanno fatto parte di quella esperienza negativa, seppellendo la sua anima in un asfittico sarcofago.

Il consiglio terapeutico è quello di bruciare gli spiacevoli ricordi del passato nel falò della rielaborazione consapevole, attuata anche attraverso un lavoro psicologico svolto insieme ad uno Psicologo iscritto all’Ordine professionale.

E dopo il falò, spargere le ceneri al vento del cambiamento.

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