Il tempo non e' denaro

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Il tempo non e' denaro

Da quando qualcuno ha infelicemente decretato che il “tempo è denaro”, si è innescato un irreversibile processo di “monetizzazione” del tempo che ha assunto ormai dimensioni globali.

Espressioni come: “Guadagnare tempo”, “Perdere tempo”, “Investire tempo”, “Capitalizzare il tempo”, “Monetizzare il tempo”, rivelano chiaramente che l’oggetto della nostra indagine ha perduto già da almeno due secoli il suo carattere di “sacralità”, quello che una volta consentiva all’uomo di percepirlo come “Il valore dei valori” nel senso cosmico/esistenziale del termine e non dal punto di vista meramente economico.

Oggi la “quantificazione monetaria” del tempo ha sostanzialmente invaso tutte le sfere della nostra vita.

Con il criterio dei “debiti” e dei “crediti” formativi, la cultura e lo studio sono stati ridotti ad una partita doppia, la pagella scolastica ad una scrittura contabile.

Ormai i messaggi ansiogeni e persecutori che ci arrivano sul nostro futuro economico non si contano più: a chi lasciare il TFR, come farsi una pensioni integrativa, il “costo della vita”, l’aumento dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea, l’inflazione, la generazione dei mille euro al mese, mutui per la casa erogati fino a quarant’anni...

Sistemi politico-economici e mass media pensano di ridurre la vita delle persone ad un estratto conto, ad un cambio euro/dollaro, alle rate da pagare per l’acquisto di beni e servizi, all’indice delle borse che chiude in “negativo” od in “positivo”.

Ebbene, non può essere così.

Il tempo non è denaro, ma coincide con la vita stessa e per tale va rispettato, recuperato in tutta la sua “sacralità” e valorizzato nella quotidianità.

Trovo straordinario, a questo proposito, presentare un pensiero di Jean Jacques Rousseau a proposito del concetto di “previdenza”.

Desidero scomporlo in due parti perché la prima ci offre l’opportunità di fare alcune riflessioni sul concetto di previdenza, diventata negli ultimi anni una vera e propria ossessione sociale.

La seconda , invece, si focalizza sull’avarizia, un tratto o una disposizione caratteriale molto sgradevole per chi ha la sfortuna di imbattersi con la persona che ne è portatrice.

Vivere per aspettare la pensione?

“La previdenza! La previdenza che ci porta senza soste al di là di noi stessi, ponendoci spesso dove non giungeremo mai: ecco la vera fonte di tutte le nostre miserie.

Strana mania, quella di un essere effimero com’è l’uomo, di guardare sempre lontano ad un avvenire che si verifica tanto raramente e di trascurare il presente del quale è sicuro!”.

Prima di avviare alcune riflessioni in merito al concetto di “pensione”, pongo alcune semplici domande.

  • “Cosa succederebbe se scomparisse la previdenza obbligatoria a favore di una previdenza privata personale?”. Mi spiego ancora meglio: “Cosa succederebbe se ogni lavoratore – dipendente o libero professionista che sia – potesse liberamente disporre dei soldi che adesso è costretto a versare come contributi pensionistici e che non sa se, quando e come potrà riaverli indietro?”
  • Perché c’è una legge che mi obbliga ad essere previdente, considerandomi quindi automaticamente una persona irresponsabile?”. “Non sono forse in grado di essere previdente anche per conto mio?”.

Le mie risposte sono queste: se noi potessimo disporre di tutti quei soldi ADESSO, avremmo più liquidità da gestire, meno mutui e prestiti da richiedere, la nostra vita PRESENTE scorrerebbe più serena, avremmo meno preoccupazioni e maggiori opportunità di studio, lavoro, vita.

In definitiva, la possibilità di scegliere liberamente come essere previdenti ci renderebbe sicuramente più responsabili, più aderenti al presente, più felici ed economicamente più abbienti.

L’ideologia finanziaria corrente continua ad inchiodarci all’idea che il tempo sia denaro, i nostri mesi siano una scadenza di versamenti, la vita una cartella esattoriale da pagare.

Il tempo non e' denaro

I soldi, invece, sono semplicemente un’invenzione dell’uomo, pezzi di carta e di metallo creati per semplificarci la vita come “esseri economici” e nulla più.

Mi colpisce sempre, in modo drammatico naturalmente, ascoltare una persona che dice: tra 13 anni andrò in pensione!

Oppure mi mancano ancora due anni e poi me ne vado!

Persone che bruciano il tempo della loro vita proiettandosi continuamente in un futuro che ancora non esiste.

Un conto è essere previdenti, altra cosa è aspettare di cominciare a vivere in un momento futuro illudendosi che sia “migliore” di quello presente!

Nell’Olimpo della contemporaneità, il dio denaro detiene ancora il suo altare maggiore.

L’avarizia

“Una mania tanto più funesta in quanto aumenta incessantemente con l’età, al punto che i vecchi, sempre diffidenti, previdenti, avari, preferiscono negarsi oggi il necessario pur di non mancare del superfluo quando avranno cent’anni”.

In questa seconda parte del pensiero di Rousseau, pare di rivedere ed anche riascoltare il ghigno arcigno dell’Avaro di Molière o immaginare la scena in cui la furia taccagna di Don Mazzarò – il protagonista della novella di Giovanni Verga “La roba” – esplode senza alcun ritegno, prima di morire:

“Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: Roba mia, vientene con me!”.

Insomma, avari ed avidi di tutto il mondo sappiate che nell’Aldilà il Bancomat non esiste!
Ancora una volta, “La virtù sta nel mezzo”: né taccagni, né scialacquatori ma bravi “economi di vita”. Il tempo della vita è il fine dell’uomo, il denaro è solo uno dei mezzi che consentono il vivere.

La frizzante ironia del poeta romano Trilussa ce lo ricorda nel seguente sonetto:

Avarizzia

Ho conosciuto un vecchio ricco, ma avaro: avaro a un punto tale

che guarda li quattrini ne lo specchio

pè vedè raddoppiato er capitale.

Allora dice: “Quelli li do via

perché ce faccio la beneficenza;

ma questi me li tengo pè prudenza”.

E li ripone nella scrivania.

8 Roberto Gervaso, ibidem.

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