Alimentare paure e tensioni
in tempi di crisi

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Alimentare paure e tensioni in tempi di crisi

 

Perché si verifica:

Sfruttando i momenti critici e la loro amplificazione mediatica, l’organizzazione adotta consapevolmente la “strategia del terrore” per conseguire obiettivi commerciali, esercitando quindi una forte pressione sui risultati di vendita, e/o obiettivi di taglio dei costi fissi legati al personale.

“C’è crisi” è l’espressione polivalente – può valere di volta in volta come scusa, alibi, espediente comunicativo, “tecnica manageriale di persuasione” – adottata dall’imprenditore e/o dal management per motivare scelte e decisioni drastiche.

Le conseguenze per l’organizzazione:

Clima psicologico instabile

Cali di produttività e di motivazione

Fuga di persone talentuose

Stress individuale e collettivo


La soluzione correttiva:

Considerare la “strategia del terrore” estremamente tossica e dannosa sotto tutti i punti di vista.

Il suggerimento è quindi quello di eliminarla dal proprio repertorio delle strategie manageriali.

Alimentare paure e tensioni in tempi di crisi

Da ricordare:

  • Le emozioni in azienda scatenano vere e proprie pandemie: ansie, paure e stress saturano presto l’aria che si respira, rendendo insopportabile lavorare in quell’ambiente.
  • Sapere quando e come esercitare la pressione commerciale sul personale di vendita è un’abilità manageriale che richiede doti professionali specifiche ed una formazione di supporto.

Applicazioni:

  1. Il management deve comunicare sempre in modo chiaro e trasparente come l’azienda sta affrontando il momento critico e cosa è richiesto di fare al personale
  1. Evitare di unirsi al coro della negatività e delle lamentele generali
  1. Evitare di assumere la crisi come alibi per operare scelte deleterie
  1. Evitare l’ascolto dei telegiornali, veri e propri untori mediatici, e tenersi aggiornati utilizzando mezzi “a ridotto impatto emotivo”.

Da ricordare:

Ansie e paure nascono spesso più dal non sapere, dal non detto o dal sapere ambiguo e distorto che da un’informazione schietta, autentica e condivisa.

Le persone desiderano essere trattate da adulte e non manipolate dagli atteggiamenti ambigui del management. Le persone non hanno bisogno della “corridoiologia aziendale” – voci di corridoio – per venire a conoscenza dei “segreti della Direzione” ma di un management che abbia il coraggio di comunicare e di assumersi le responsabilità di quello che comunica e del come lo comunica.

Piano d’azione per il lettore:

 

  1. Domande per la riflessione operativa:

Sul piano della comunicazione, come la sua organizzazione ha affrontato i momenti di crisi?

Le informazioni sono state chiare e condivise?

Come è stata gestita l’emotività innescata dalle amplificazioni mediatiche riguardo gli scenari di crisi?

C’è stata in passato o esiste attualmente una certa strategia del terrore in azienda? Quali effetti ha sortito o sortisce? Cosa può essere fatto per evitarla in futuro?

Esiste un livello, anche se velato, di “corridoiologia aziendale”?

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