Orientamento alla produzione
senza produttivita'

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Orientamento alla produzione senza produttivita'

 

Perché si verifica:

L’organizzazione è orientata a se stessa e al suo prodotto.

E’ scollegata dalla logica di un mercato che va prima individuato, poi, se esiste, decifrato e quindi approcciato.

L’errore commesso consiste nel produrre prima di capire non solo cosa vuole il mercato ma se addirittura esiste un mercato potenziale a cui rivolgersi.

Esempi: costruire nuove case che rimangono invendute, produrre automobili che non escono dalle concessionarie, stampare libri che non vengono letti.

Le conseguenze per l’organizzazione:

Enormi sprechi economici

Irresponsabilità sociale nell’arrecare danni irreversibili all’ambiente a causa dello sfruttamento intensivo di risorse non rinnovabili come ad esempio il terreno nel caso dei costruttori di nuove case invendute

Elevato rischio di andare fuori mercato

Deposizionamento competitivo

La soluzione correttiva:

  1. Capire prima se esiste un mercato potenziale, identificarne con cura le caratteristiche e le esigenze e poi configurare un’offerta allineata all’effettiva domanda.
  1. Attivare la produzione solo in funzione della produttività, ovvero di quello che desidera o può desiderare il cliente finale reale – non quello di fantomatiche statistiche di marketing!
  1. Aumentare la produttività anche attraverso l’identificazione e l’eliminazione degli sprechi:
    • Sprechi di “risorse umane” – persone non valorizzate, impiegate al minimo del loro potenziale o addirittura licenziate indiscriminatamente
    • Sprechi di materie prime
    • Sprechi dovuti a tempi morti
    • Giacenze di magazzino inutilizzate
    • Sprechi di sovrapproduzione
    • Sprechi legati a carenze e/o inefficienze nei processi
    • Trasporti inutili
    • Prodotti difettosi

Da ricordare:

  • Quando ragioniamo di “aumento della produttività” ci riferiamo esclusivamente agli sforzi che un’azienda deve fare per comprendere esattamente cosa vuole o potrebbe volere il cliente o il mercato, in termini di valore di un prodotto e/o di un servizio, per trasferire poi questo valore al cliente stesso. In tale prospettiva, l’aumento della produttività genererà un valore massimo per il cliente, per il mercato e per l’ambiente quando l’azienda sarà in grado di minimizzare/annullare gli sprechi sopra evidenziati e di agire in modo etico.
  • L’aumento della produzione, invece, si riferisce semplicemente ad incrementi di volumi, di unità di prodotto e/o di numero di servizi offerti. Tali aumenti vanno sempre considerati in funzione della produttività attesa dal cliente, dal mercato e dai contesti sociali. Per esemplificare, bisogna passare da “L’obiettivo è produrre cinquecentomila autovetture” oppure “L’obiettivo è disporre di una flotta di trecento aerei” a “L’obiettivo è capire quali e quanti clienti abbiamo o possiamo avere, dove sono, cosa si aspettano e come definiscono il valore di un’auto o di un viaggio in aereo”.
Orientamento alla produzione senza produttivita'

Applicazioni:

  1. Il Modello della “Produzione snella” (Lean Production) aiuta le organizzazioni a configurare il proprio assetto produttivo in funzione della produttività definita come valore atteso dal cliente.

I punti chiave del Modello Lean sono:

  • Identificare ed eliminare gli sprechi.
  • Specificare esattamente il valore di un prodotto e/o di un servizio dalla prospettiva del cliente finale.
  • Identificare chiaramente il processo che trasferisce valore al cliente ed eliminare le fasi produttive o le modalità di comunicazione che non generano valore.
  • Attivare soltanto le fasi produttive che aggiungono valore, configurandole in un flusso senza interruzione, definendo ed organizzando le interfacce tra le diverse fasi.
  • Fare in modo che sia il cliente a tirare il processo ed aspettare quindi di produrre solo “on demand”, ovvero su specifica richiesta o su una “esigenza effettivamente accertata”. Produrre poi velocemente il prodotto/servizio e farlo bene “fin dalla prima volta”.
  • Perseguire la piena soddisfazione del cliente attraverso continui miglioramenti dei processi produttivi – afferenti al mondo della “prevendita” – e dei servizi di assistenza – tutte le attività che riguardano il post vendita ed il Customer Care.

 

  1. Il Modello delle “Tre P”:

People – Massima attenzione e cura per le persone intese come i dipendenti, i clienti e i cittadini.

Sapere che ogni decisione presa dall’azienda e/o da una pubblica amministrazione avrà delle conseguenze – positive o negative – sulle persone.

Planet – Massima attenzione e cura per l’ambiente. Sapere che ogni decisione presa dall’azienda e/o da una pubblica amministrazione avrà un impatto sull’ambiente.

Profit – Ogni organizzazione deve poter ricavare un utile dalle attività che svolge, un profitto etico di cui poterne reinvestire una quota in ricerca, sviluppo e solidarietà.

Da ricordare:

Nell’attuale modello disfunzionale delle “risorse umane” vige ancora il principio della produzione fordista del “Se tu non fai, non sei”, ovvero se non lavori dodici ore al giorno non sei produttivo.

Applicando invece il modello Lean al management evoluto, utilizziamo il principio del “Se tu sei, fai”, ovvero se tu sei competente, se sei motivato e soprattutto se sei responsabile del tuo operato, riesci a fare ottenendo più risultati in meno tempo, generando quel valore atteso dai clienti interni e da quelli finali.

Piano d’azione per il lettore:

  1. Domande per la riflessione operativa:

Definirebbe la sua organizzazione più orientata alla produzione o alla produttività?

L’assetto produttivo è configurato in funzione della domanda?

L’organizzazione ha come punto di partenza per la produzione le esigenze del cliente reale?

Come applicherebbe il Modello Lean e quello delle Tre P nella sua organizzazione?

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