L'importanza della seconda e terza posizione

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L'importanza della seconda e terza posizione

«Chi sa ascoltare non soltanto è simpatico a tutti ma prima o poi finisce con l'imparare qualcosa». William Mizner

Le ricerche condotte sui comportamenti di top manager eccellenti, hanno dimostrato che una delle loro capacità più decisive è quella di mettersi in “seconda posizione”, cioè di riuscire a immaginare la realtà con gli occhi dell’altro, sono capaci cioè di fare molto bene e con ricchezza di dettagli quello che nel senso comune chiamiamo “mettersi nei panni dell’altro” (empatia).

In prima posizione vediamo la realtà con i nostri occhi, e siamo focalizzati sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni. Spostando l’attenzione su noi stessi possiamo cercare di capire che cosa ci entusiasma e che cosa ci disturba o ci dà fastidio, che cosa vorremmo dagli altri, qual è l’intenzione nascosta in quello che stiamo dicendo o facendo mentre gli altri ci ascoltano o osservano.

Mettendoci in seconda posizione attiviamo la nostra capacità immaginativa per fare delle ipotesi su quello che muove l’altro, sulle sue emozioni, intenzioni, bisogni.

In questo modo possiamo acquisire informazioni supplementari e ampliare il ventaglio di azioni e soluzioni da adottare per convincere, persuadere, motivare l’altro o per risolvere situazioni potenzialmente conflittuali.

Possiamo anche utilizzare la terza posizione: vedere la situazione dall’esterno come se fossi un “terzo” soggetto distaccato da quello che succede. In una situazione conflittuale per esempio, potrei cercare di immaginare cosa vedrebbe e come potrebbe giudicare la situazione una persona esterna che abbraccia entrambi i punti di vista delle due parti in conflitto.

Questa posizione può essere vista anche come quella del “consulente”.

Nelle ricerche condotte sui manager eccellenti, si è scoperto che prima di una riunione importante essi investivano diverso tempo in fase di preparazione per immaginare nella maniera più dettagliata possibile quali sarebbero state le posizioni, le intenzioni e le emozioni dei diversi interlocutori che sarebbero poi intervenuti.

Nella parte dedicata alla comunicazione e all’ascolto, vedremo come ampliare e raffinare questa capacità.

L'importanza della prima e seconda posizione

Esercizio

Per il momento ti proponiamo un semplice e divertente esercizio per allenare la tua immaginazione e creatività: immagina cosa vede e quali emozioni prova un cane bassotto portato al guinzaglio su un marciapiede affollato di una grande città:

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Fatto? può essere divertente, vero?
Bene. Ora mantenendo questo spirito di distacco e comprensione puoi provare con un esercizio un po’ più difficile.

Riprendi una situazione conflittuale con un collaboratore.

Poni attenzione a un episodio specifico o a un momento particolare mentre eri in relazione con lui.

Ripensa a cosa è successo dal tuo punto di vista.

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Poi immagina la situazione dal punto di vista del tuo collaboratore: cosa ha visto, cosa ha provato, quali potevano essere le sue intenzioni, le sue emozioni, aspettative, ecc.

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In 3° posizione prova a dare una descrizione diversa della situazione con le informazioni raccolte.

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Con questi esercizi di auto-riflessione potrai affinare la tua capacità di rimanere focalizzato sui bisogni e le leve motivazionali dei tuoi collaboratori. Con il tempo ti accorgerai che la tua attenzione andrà automaticamente a cogliere questi aspetti nelle persone che compongono il tuo team, per cui sarà sempre meno necessario ripetere l’intero processo.

Nei colloqui con i tuoi collaboratori, soprattutto in quelli di valutazione, potrai cercare di capire cosa è importante per loro e di cosa hanno bisogno. Ti accorgerai di aver colto nel segno quando riscontrerai maggiore coinvolgimento e prontezza nel soddisfare le attese organizzative.

Ti proponiamo adesso un set di domande per focalizzarti velocemente sugli elementi motivazionali se ti accorgi invece che le risposte che arrivano dai tuoi collaboratori non sono soddisfacenti:
Set di domande sui fattori di motivazione

Focalizzando la tua attenzione su un collaboratore alla volta, rispondi alle seguenti domande:

Di che cosa ha bisogno perché aumenti il livello della sua motivazione:

  • Più o meno carichi di lavoro?
  • Più o meno autonomia?
  • Più o meno diversificazione?
  • Più o meno riconoscimenti?
  • Più o meno supporto
  • Più o meno istruzioni precise?

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