Gli Sportelli Over 40

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Gli Sportelli Over 40

Tra le prime esperienze “auto gestite” avviate dal coordinamento regionale Atdal-Over 40, che hanno maggiormente caratterizzato tale movimento, vi è stata l’apertura di sportelli informativi sul mercato e sulla ricerca di lavoro.

Occorre precisare che tali sportelli, che non svolgono attività di intermediazione o collocamento di manodopera, si prefiggono di dare ascolto e suggerimenti pratici ai disoccupati Over 40.

La creazione di tali sportelli è sostanzialmente una risposta da parte di cittadini che hanno un’esperienza diretta del problema della disoccupazione in età matura e che, delusi da altre modalità di supporto, vogliono sperimentare nuove soluzioni senza più delegare a “qualcun altro” la risoluzione dei propri problemi.

Lo scopo finale è quello di fornire a chi cerca lavoro, o vive una situazione critica, la consapevolezza di poterla superare anche attraverso un percorso ideato da chi ha vissuto la stessa esperienza.

Il tutto si inserisce nel tentativo di costituire un modello d’intervento partecipato e non burocratico in cui le persone si possano incontrare, prendere coscienza dei propri problemi ed individuare le risorse per superarli.

Tale esperienza, inoltre, vuole esercitare nel contempo una critica costruttiva e di stimolo alle amministrazioni pubbliche per far si che servizi dedicati, di cui si sente la necessità, vengano al più presto realizzati su più ampia scala.

Gli sportelli sono stati attivati presso alcuni Municipi, “istituzioni di prossimità” con vari compiti amministrativi e sociali, della Capitale.

Agli utenti degli sportelli vengono offerti servizi che vanno da una prima diagnosi della situazione lavorativa, ad informazioni su come affrontare il mercato del lavoro, al supporto nella redazione di curriculum vitae e di domande di lavoro, ad informazioni su strutture ed iniziative che possano agevolare la ricerca di lavoro.

In poco più di un anno di attività sono circa 300 gli utenti che hanno usufruito di tali servizi, in ugual misura uomini e donne.

Il servizio di accoglienza ha sia la funzione di ascolto dei soggetti in difficoltà, sia quella di consentire una prima diagnosi del problema e, successivamente, di smistare l’utenza verso altri servizi forniti dall’Associazione e dalla sua rete territoriale.

Lo sportello è gestito da un gruppo di soci dell’associazione, adeguatamente formati e motivati, sulla base di un modello di servizio che 102 prevede degli strumenti di erogazione e di monitoraggio.

Gli operatori accolgono l’utente in modo empatico e positivo, solidarizzando con lui, cercando di infondere fiducia, e guidandolo nell’analisi della sua situazione, fornendo informazioni/soluzioni che poi sarà l’utente stesso a mettere in atto.

L’intervista, della durata di circa mezz’ora si apre con la presentazione del servizio.

L’obiettivo è quello di “rompere il ghiaccio”, illustrando all’utente gli obiettivi ed i limiti del servizio – non trattandosi né di “offerte di lavoro” né di servizi di intermediazione, riservati per legge a soggetti specifici –, rassicurandolo sul rispetto delle normative sulla privacy e chiedendo l’indispensabile consenso per il trattamento dei dati personali.

Nella fase successiva, l’operatore guida l’utente nella ricostruzione della storia professionale e delle sue aspettative personali, familiari ed economiche.

L’obiettivo è quello di far emergere gli elementi che possono essere utili per la definizione di un nuovo progetto personale e professionale e per il superamento delle sue difficoltà in modo coerente con le proprie possibilità ed aspettative.

L’operatore invita l’utente a raccontare la sua situazione professionale – disagio, licenziamento, mobbing – , quella familiare ed economica – se del caso – cercando di valutare la situazione sia dal punto di vista emotivo, sia dal punto di vista professionale.

A tale scopo, il supporto utilizzato è una scheda informativa che si compone di due sezioni:

  • La prima riguarda i dati anagrafici dell’utente ed il suo curriculum scolastico e lavorativo
  • La seconda parte descrive la storia personale e lavorativa dell’utente e le considerazioni
    dell’operatore che ne curerà la stesura.

La raccolta dei dati così sistematizzati consente di inquadrare la condizione dell’utente formulando una prima diagnosi del problema e di individuare un piano di azione.

Nella fase di diagnosi si cercano di individuare le cause del problema al fine di dare una risposta alle esigenze esplicite o implicite dell’utente.

In genere lo schema seguito per identificare le possibili cause e le ipotesi di soluzione può essere riassunto come segue:

  • individuazione della natura del problema - il problema è unicamente connesso alla mancanza / ricerca di un lavoro o ci sono altre priorità? Ad esempio:
    ✓  occorre un supporto psicologo? ✓  occorre il supporto di un assistente sociale? ✓  occorre un supporto di tipo legale, amministrativo, previdenziale?
    In questo caso, l’utente viene indirizzato verso strutture/operatori con specifiche professionalità presenti nel territorio – psicologi, assistenti sociali, avvocati, patronati – collegate attraverso specifici accordi / partnership.
  • Se il problema è invece quello della ricerca di un’occupazione viene erogata una consulenza specifica nella redazione dei documenti essenziali – curriculum vitae, lettere di accompagnamento, auto presentazioni – , vengono forniti indirizzi di operatori pubblici – Centri per l’Impiego, Centri di Orientamento Lavoro del Comune – e privati – Agenzie del Lavoro, Società di Selezione – suggerite metodologie per la ricerca attiva del lavoro, fornite indicazioni circa percorsi per l’auto imprenditoria.
  • Se si ravvisa la necessità di integrare le competenze con altre maggiormente richieste sul mercato del lavoro, si indirizza l’utente verso corsi di formazione, tra quelli promossi dall’Associazione o altri forniti da strutture pubbliche e private presenti sul territorio comunale e regionale.

Nel caso in cui occorra un’analisi più approfondita della professionalità e quindi un Bilancio di Competenze si indirizza l’utente verso apposite strutture come ad esempio i Centri Orientamento Lavoro del Comune, con i quali esistono rapporti sanciti da protocolli d’intesa.

Gli Sportelli Over 40

 

In ogni caso si cerca di mantenere il contatto con l’utente anche dopo il colloquio attraverso la posta elettronica od il telefono per veicolare quelle informazioni – riunioni associative, corsi gratuiti, o altre notizie e segnalazioni – che possono essere utili all’utente.

Al termine dei colloqui è prevista una fase di debriefing e di data entry che consente di capitalizzare gli sforzi fatti facendo sì che le informazioni ottenute non vengano disperse.

In questa fase gli operatori fanno il punto della situazione su quanto emerso nel corso dei colloqui e sui punti di forza e di debolezza del servizio – coinvolgimento/partecipazione degli utenti, comunicazione, organizzazione/logistica, tempo a disposizione per i colloqui, chiarezza degli obiettivi, modalità operative – naturalmente in un’ottica costruttiva e propositiva, dividendo i compiti nel rendicontare le attività e nel trasmettere i relativi output ai responsabili del servizio.

Tali commenti/proposte sono oggetto di opportune sessioni di riallineamento tra gli operatori dello sportello e contribuiscono alla ridefinizione del modello di servizio.

Sono circa 400 le persone, equamente divise tra uomini (48%) e donne (52%) che in circa tre anni di attività hanno usufruito del servizio.

Il 70% ha tra 45 e 55 anni, il 20% ha più di 55 anni e il rimanente 10% si colloca tra i 35 e i 45 anni. La maggioranza sono diplomati e laureati.

Le persone di età più avanzata in genere hanno perso il lavoro in seguito a crisi aziendali oppure per dimissioni individuali dovute a pressioni ed a situazioni di mobbing.

Per quanto riguarda i più giovani, cioè gli utenti con un’età intorno ai 40 anni, questi in genere provengono in maggioranza da esperienze di lavoro precario o saltuario.

Infine, si registra purtroppo la presenza di alcuni casi difficili, anche al limite dell’emarginazione sociale, che sono amplificati dalla difficoltà di trovare lavoro al di sopra dei quarant’anni.

In genere si è riscontrato che i risultati migliori si sono verificati quando si è instaurato un contatto personalizzato tra l’utente e l’operatore che lo ha seguito nel suo iter – ad esempio la compilazione di un Curriculum, di una lettera di auto presentazione, l’avviamento ad un colloquio – fornendogli informazioni e consigli fino a quando l’utente non ha riacquistato fiducia, padronanza dei propri mezzi, diventando autonomo nella progettazione del suo iter professionale e nella ricerca del lavoro.

La domanda di assistenza è in ogni caso crescente, mentre non esistono al momento servizi alternativi; occorre quindi diffondere il servizio ma anche rafforzare la rete con gli enti pubblici e gli operatori privati, in modo da arrivare a costituire un sistema integrato e sostenibile.

In prospettiva, inoltre, occorre integrare le attività di orientamento con delle iniziative di animazione territoriale nei confronti della domanda – Imprese ed Associazioni – volte alla sensibilizzazione delle aziende operanti nel territorio rispetto all’impiego di lavoratori maturi nelle loro organizzazioni.

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