Scegliere un corso di laurea non e’ un gioco da ragazzi

Corso di formazione

Accedi online a tutti i materiali didattici dei corsi di formazione, ai videocorsi e/o partecipa ai corsi online.

Scegliere un corso di laurea non e’ un gioco da ragazzi

di Stefano Greco*

Parafrasando un celebre motto latino, possiamo dire che, mai come oggi, “ognuno è artefice del proprio apprendimento”.

Chiunque debba scegliere quale corso di laurea frequentare, è chiamato a sviluppare una visione prospettica della sua scelta, ossia deve avere molto chiaro il collegamento tra il percorso di studi – “cosa voglio approfondire” – ed il proprio progetto professionale – “cosa voglio fare con quello che ho approfondito”.

Se questo “ponte” è assente o pericolante, le conoscenze acquisite all’Università rischiano di rimanere confinate all’interno di un’ erudizione fine a se stessa.

Oggi nessuno può permettersi di “sbagliare” la scelta di una Facoltà universitaria, di una specializzazione, di un master o di un corso di aggiornamento.

Oltre a rischiare di rimanere tagliati fuori dal mercato del lavoro e doversi poi “accontentare” di un’attività dequalificata rispetto agli studi svolti, la persona può incorre in frustrazioni e demotivazione nel momento in cui sente chiaramente di aver perso tempo e soldi. In questa prospettiva, il tempo va considerato sempre più un valore esistenziale, dal momento che perdere tempo equivale a perdere vita.

Scegliere un corso di laurea significa dunque fare un vero e proprio investimento, il cui valore di ritorno è strettamente legato alla personale realizzazione sul lavoro.

Ma quali sono i criteri per compiere la scelta giusta?

La risposta è: prima di scegliere, informarsi bene e soprattutto fare esperienza diretta.

Oggi, purtroppo, le università si preoccupano più del marketing di se stesse che dell’orientamento, della qualità della docenza o degli stage.

Il risultato è che lo studente deve compensare le carenze strutturali di sistemi scolastici, universitari e sociali in tema di orientamento e formazione con la propria iniziativa ed intraprendenza.

Provo a spiegarmi meglio con alcuni esempi: come fa oggi un ragazzo che vuole iscriversi ad Ingegneria navale ad “orientarsi”, vale a dire a capire se gli studi corrispondono al tipo di lavoro che gli piacerebbe realmente svolgere?

Oppure, come fa una ragazza, che vuole intraprendere una carriera nel giornalismo, a comprendere se quella è una strada realisticamente percorribile per lei?

Nella migliore delle ipotesi, entrambi troveranno depliant cartacei, siti Internet e “sportelli” in grado di fornire una mole di informazioni più o meno attendibili.

La criticità risiede proprio in questo: entrambi dispongono solo di informazioni.

Dov’è l’esperienza diretta?

In che modo le strutture universitarie si adoperano per garantire a tutti la possibilità di una scelta coerente?

Gli studenti, come possono realizzare il necessario collegamento tra i modelli teorici e la pratica del lavoro?

In realtà, l’orientamento del futuro ingegnere navale dovrebbe consistere nel trascorrere una settimana in un porto importante e/o in un cantiere navale mentre alla “giornalista” sarebbe senz’altro utile immergersi alcuni giorni nella redazione di un giornale.

Un’efficace attività di orientamento deve configurarsi con queste modalità pratiche se vuole costituirsi come il necessario punto di partenza della configurazione di un progetto professionale legato al futuro lavorativo delle persone.

E’ necessario, quindi, che ognuno si dia da fare con grinta e determinazione, utilizzando e vagliando una molteplicità di fonti informative.

Soprattutto, bisogna sviluppare il senso pratico della conoscenza.

Per un neolaureato, ad esempio, è molto più utile e vantaggioso trascorrere un mese – gratis – all’interno di una Direzione del Personale di un’ azienda che pagare salato un master di due anni sulla “Gestione delle risorse umane” che si rivela presto essere un inutile prolungamento teorico dell’Università.

Scegliere un corso di laurea non e’ un gioco da ragazzi

 

Nel momento in cui uno studente è chiamato a scegliere quale indirizzo dare al suo destino professionale, bisogna accuratamente che eviti gli estremi dell’idealismo – essere attratto solo dal “fascino” di alcune materie – o di una eccessiva razionalizzazione spesso fondata su stereotipi del tipo: “Mi iscrivo ad Economia e Commercio anche se non mi piace, ma almeno così troverò subito un lavoro”.

L’obiettivo per tutti è: “Vestire le emozioni di un progetto” altrimenti si rischia di cadere preda dell’impulsività o di un pregiudizio e subire la conseguente frustrazione dell’aver imboccato una strada sbagliata o quanto meno deludente.

Nello stesso tempo, bisogna anche fare attenzione ad altri luoghi comuni, duri a morire, come quello della distinzione tra “laurea forte” e “laurea debole”.

Sono sempre le persone ad essere forti o deboli e a fare la differenza, non i titoli di studio!

E’ opportuno, inoltre, valutare sistematicamente il rapporto complessivo costi/benefici di una scelta formativa che comporti anche aspetti pratici come il trasferimento in un’altra città.

Oggi, essendo decaduto il concetto di “Università di prestigio”, conviene rimanere a studiare nella propria città di residenza o luogo limitrofo, evitando inutili spese di affitto, viaggi e sostentamento.

I molti soldi risparmiati serviranno successivamente per una qualificata specializzazione o esperienza di lavoro in Italia o all’Estero.

* Psicologo, Saggista, Consulente di Management e Formatore

20

+

anni di esperienza

50

+

formatori e consulenti aziendali senior

250

+

corsi in aula / online e team building a catalogo

500

+

aziende Clienti

15000

+

partecipanti