Chat, blog, forum, tweet

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Chat, blog, forum, tweet

Lo scrittore e aforista francese Jules Renard (1864 – 1910) affermò che “Scrivere è un modo di parlare senza essere interrotti”.

Una chat è l’attuale eccezione a questa regola ed è quasi un ossimoro nel momento in cui la definiamo “conversazione scritta”.

Da almeno venti anni, ormai, le persone conversano scambiandosi messaggi scritti.

Abbiamo iniziato con gli SMS (Short Message Service) e suo cugino MMS (Multimedia Messaging Service) per arrivare ai tweet, ai commenti nei blog e alle discussioni aperte nei forum.

Essendo queste modalità di comunicazione molto fluide, istantanee e soprattutto collettive, pongono una serie di questioni che richiedono sforzi assertivi e sensibilità relazionali per la loro corretta ed efficace gestione.

Sul piano personale e social, può essere sufficiente applicare le regole che abbiamo puntualizzato in questo capitolo ma a livello aziendale, la complessità della gestione di questi canali la vediamo emergere soprattutto nei casi di “crisis management”.

In occasioni di eventi pubblici e mediatici, un’azienda può facilmente scivolare sulla buccia di banana di comunicazioni social o pubblicitarie sbagliate oppure poco opportune, aggressive, denigratorie o addirittura razziste.

Alcuni blogger seguono e raccolgono proprio questi casi e li analizzano secondo tutta una serie di parametri tecnici, quantitativi e qualitativi.

Questi casi vengono definiti, nel gergo del social media marketing, “epicfail” che in italiano possiamo anche tradurre, in modo verace ma realistico, “figure di merda”.

Invitiamo il lettore interessato ad approfondire questo argomento, a visitare il sito web di Paoletti per comprendere in modo particolare perché a volte “Non stupisce che nei naufragi si abbandoni il galateo”.

Chat, blog, forum, tweet

 

In sintesi, quali principi guida possiamo darci per essere assertivi nelle chat, nei blog, nei forum e con i tweet?

Questa volta, senza proporli direttamente, proviamo a fare un esercizio di estrapolazione da queste suggestive riflessioni che la psicologa e life coach Giovanna Giuffredi ci offre nel suo bel Editoriale di www.coachingtime.it del 27 ottobre 2015, dal titolo: Parole senza filtri

Ogni parola, anche quella apparentemente innocua e ininfluente, è una goccia nel mare delle relazioni che provoca un effetto onda che si espande e si trasmette in tutte le direzioni.

E ogni onda risente dell’azione di molti fattori che possono increspare appena l’acqua o sollevare onde spaventose, devastanti come gli tsunami.

Non tutti sono consapevoli dell’effetto che provocano le loro parole, il tono e il ritmo della loro voce, lo sguardo, la postura, tutto il corredo paraverbale e gestuale che influenza il senso di un messaggio.

Sabino Cassese nel suo Codice di stile delle comunicazioni scritte, sostiene che la parola una volta scritta non è più dell’autore, ma di chi la legge.

E anche le parole dette, al di là delle intenzioni di chi le pronuncia, assumono il significato di chi le accoglie e le interpreta.

Nella nostra fast life, dove tutto scorre in tempi sempre più stretti e siamo inondati da messaggi di ogni forma e provenienza, si sta perdendo il senso della qualità della comunicazione, l’attenzione verso chi la riceve e la misura delle possibili conseguenze.

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