Formazione “BLENDED”

Corso di formazione

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Formazione “BLENDED”

Il verbo inglese “to blend” significa mescolare.

Dal mio punto di vista, tale termine è probabilmente più opportuno associarlo alle miscele di tabacco  che alle attività  formative che vadano “oltre l’aula”.

Credo, infatti, che sarebbe molto più semplice ed accessibile per tutti  parlare di formazione integrata  piuttosto che arrampicarsi sugli specchi linguistici del “blending”, delle “contaminazioni formative”, dell’ “experiential learning”, “distance learning” e delle “fusioni di metodi”.

Tanto per cominciare, come abbiamo visto, la formazione “blended” non è esperienziale ma è una modalità del fare formazione che prevede l’utilizzo combinato di aula tradizionale, WBT – Web Based Training con piattaforme per l’e-learning –  e sistemi di knowledge management.

Non si tratta dunque di “andare oltre l’aula” nel senso di superarla escludendola né di esaltare la “distanza” come panacea dei “problemi pratici” della formazione legati soprattutto ai costi degli spostamenti ed al tempo “sottratto” all’operatività.

L’ obiettivo diventa integrare l’aula classica con le tecnologie informatiche più innovative a supporto dell’apprendimento, in modo efficace e vantaggioso sia per le persone sia per le organizzazioni.

“Il mercato, oggi, a differenza di quanto avveniva in passato, richiede un’offerta formativa strutturata in percorsi di aggiornamento e approfondimento che non impegnino l’azienda partecipante più di 2/3 giornate.

Il tempo risulta quindi prezioso e le metodologie didattiche si sono allineate a questa esigenza, anche in termini tecnologici.

Parlare però di formazione oltre l’aula mi sembra esagerare il concetto di adattamento della formazione rispetto all’evoluzione continua della tecnologia.

Questa, infatti, permette di arricchire e accelerare il processo di apprendimento, integrando e approfondendo con strumenti multimediali e di e-learning quanto viene appreso in aula.

Si parla dunque di integrazione e non di sostituzione del metodo tradizionale che rimane sempre quello portante, soprattutto per la formazione manageriale di domani”.

Integrare quindi aula e web in modo efficace significa progettare percorsi formativi con componenti che seguano un vero e proprio percorso strategico, anziché una semplice o addirittura casuale combinazione di media diversi.

Tale strategia di integrazione, propria della formazione blended, valorizza al meglio le diverse risorse didattiche presenti all’interno del progetto, esaltandone le specifiche funzionalità e permettendo un puntuale monitoraggio dell’effettivo utilizzo da parte degli allievi di tutte le risorse disponibili.

Più precisamente, le linee guida da seguire per un approccio formativo integrato, realmente orientato ai risultati sono essenzialmente tre:

  • Definire un insieme strategico di contenuti in coerenza con gli obiettivi di sviluppo professionale delle persone
  • Definire il livello di integrazione tra mezzi e modalità di erogazione appropriato per coinvolgere appieno i partecipanti.
  • Verificare sistematicamente, nelle percezioni e nei vissuti dei partecipanti, che il “contenitore” – la forma o il mezzo –  non sia più importante del “contenuto” – la sostanza o il fine – altrimenti la dispersione di tempo e di risorse è garantita

 

Come impostare un percorso di formazione blended

Ogni progetto di “Study Tour”, basato sull’applicazione della Formazione Blended, deve prevedere una metodologia didattica che integri “risorse” per l’autoformazione con servizi di apprendimento assistito e collaborativo, erogati sia a distanza sia in presenza.

In tale prospettiva, l’e-learning è uno strumento operativo della Formazione blended, una modalità di interazione formatore-partecipanti diversa dall’aula, da non confondere quindi con la semplice distribuzione di un CD Rom. 

Al fine di assicurare la resa migliore in termini di concentrazione ed apprendimento, è consigliabile prevedere l’autoformazione su supporti didattici predisposti ad hoc – libri, manuali, articoli, DVD

CD Rom – al di fuori dell’orario di lavoro o comunque in ritagli di tempo psicologicamente dedicati e finalizzati.

L’autoformazione, infatti, non è  da intendersi né come una “pausa” di lavoro,  né come una sorta di intermezzo per spezzare il ritmo della giornata lavorativa.

E’ opportuno fornire ad ogni partecipante una guida al progetto per assicurare la visione complessiva  del percorso, articolata in funzione delle attività da svolgere e degli obiettivi didattici da conseguire in ogni singola fase.

Tali supporti cartacei vanno integrati con altre risorse didattiche fruibili on line, come le esercitazioni ed i questionari di autovalutazione che assolvono la fondamentale funzione di strumento di verifica dell’apprendimento.

Ogni partecipante, infatti, ha il compito di verificare sistematicamente il proprio livello di preparazione e/o comprensione sui contenuti oggetto della formazione così da poter dimensionare efficacemente i tempi di studio e richiedere eventuali supporti mirati al Responsabile didattico del progetto e/o ai Formatori coinvolti.

In questo senso, ogni progetto di formazione blended deve prevedere:

  • Supervisione e assistenza didattica assicurate ai partecipanti da referenti competenti, in grado di fornire supporto continuo, suggerimenti e approfondimenti sui  contenuti specifici e gli eventuali quesiti o item di test e questionari.
  • Organizzazione didattica efficace, sia nella progettazione e preparazione dei materiali, sia nella logistica, nel monitoraggio e nella predisposizione degli strumenti di valutazione dell’apprendimento.
Formazione “BLENDED”

La formazione in aula o “in presenza” richiede invece l’opportuna collocazione degli incontri nel percorso formativo a sostegno e rinforzo dell’apprendimento individuale.

La formazione in aula, oltre ad assicurare un proficuo confronto all’interno del gruppo, consente di fare il punto della situazione riguardo i risultati dell’apprendimento individuale, allineare tutti i partecipanti ai contenuti di ogni singola “tappa” del percorso e risolvere eventuali criticità di ordine pratico – problemi di connessione e/o di fruizione delle risorse on line – emerse durante l’autoformazione.

Oltre alla figura del Responsabile didattico del progetto e ai Formatori che interagiscono con i partecipanti in aula e on line, è opportuno prevedere, in taluni casi, anche la presenza di un Tutor, specie su progetti di lunga durata o particolare complessità, che svolga  la duplice funzione  di supervisione degli aspetti logistico-organizzativi e di supporto pratico agli eventuali problemi di studio dei partecipanti, integrandosi efficacemente con il Responsabile didattico ed i Formatori del team di progetto.

Nella formazione blended è necessario realizzare una piattaforma web che consenta di fruire on line sia alcune specifiche risorse didattiche, sia tutti i servizi di supporto all’apprendimento.

Inserendo personali username e password nella maschera di log-in, i partecipanti ed i referenti del progetto avviano le attività on line.

In alcuni casi, anche la committenza aziendale può avere la possibilità di accedere al portale per monitorare i risultati dell’apprendimento conseguiti dai partecipanti e contattare eventualmente il Responsabile del progetto.

Sfruttando le caratteristiche interattive della rete, la piattaforma offre servizi finalizzati a facilitare l'interazione continua tra tutti gli attori coinvolti nel percorso formativo.

Alcune funzioni possono essere gestite direttamente dal Responsabile didattico del  progetto, mentre altre funzioni riguardano esclusivamente l'interazione tra i Formatori e i partecipanti.

Operativamente, il Responsabile didattico o il Tutor possono gestire un’apposita rubrica in cui vengono pubblicate tutte le informazioni aggiornate che accompagnano il percorso formativo e rispondere alle richieste e indicazioni che arrivano  mediante una funzione di contatto.

Un’altra area specifica può essere deputata alla consultazione del programma degli incontri in aula previsti nel percorso, mentre un altro spazio può essere dedicato alla visualizzazione dei punteggi ottenuti nei test  di verifica dell'apprendimento o alle “soluzioni” delle esercitazioni.

Una casella dedicata può raccogliere tutti i messaggi scambiati distinguendo in due cartelle quelli inviati e quelli ricevuti.

In sostanza, una piattaforma web completa deve consentire ai partecipanti di:

  • Visualizzare in un’apposita area tutte le risorse on line del progetto: eventuali contenuti integrativi o propedeutici, un glossario, le esercitazioni pratiche collegate ai contenuti oggetto della formazione, i questionari di autoverifica dell'apprendimento.
  • Utilizzare una funzione di comunicazione per domandare ai Formatori o al Formatore approfondimenti o chiarimenti in merito ai contenuti.
  • Rileggere in un’altra sezione specifica gli argomenti già affrontati e/o le relative risposte ricevute dal Formatore e/o dal Responsabile didattico.
  • Leggere le FAQ, cioè le "domande frequenti" relative ai temi più significativi o più comunemente dibattuti all’interno del gruppo in formazione.
  • Partecipare ad un forum, lo spazio pubblico del gruppo in formazione, in cui le persone possono porre domande  ai colleghi del  percorso o partecipare alle discussioni e attività proposte dai Formatori e/o dal Responsabile didattico.
  • Utilizzare un’altra funzione di comunicazione per leggere il profilo di presentazione di un collega ed eventualmente contattarlo con un messaggio individuale.
  • Accedere a servizi di reporting – coordinati dal Responsabile didattico e/o dal Tutor – per monitorare le attività svolte e seguire, passo dopo passo, il proprio percorso di apprendimento e l’evoluzione dell’intero progetto.

Antonella Rossi, in “Benvenuti nell’età del blending”, L’Impresa, Rivista italiana di Management, n° 2, marzo-aprile 2005, Milano, Libri Scheiwiller Periodici

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