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Appunti tratti da: "LA VETTA DA SCALARE: lezioni dall’Everest sul significato del successo”
di Jim Hayhurst – Sperling & Kupfer Editori, 1996
Per avere successo chi corre in pista deve essere convinto dell’impossibilità di schiantarsi.
Ci sono 3 modi di morire sull’Everest…
Perché mi dici solo il peggio?
È necessario rendersi conto dei lati negativi, delle conseguenze, dei rischi prima di mettere mano ad un progetto.
I 3 elementi chiave necessari alla formazione di una squadra per la conquista dell’Everest – ma in realtà qualsiasi squadra – sono:
• capacità tecniche
• un vero interesse per l’impresa
• una serie di valori comuni
Nulla di significativo si ottiene senza impegno. Se l’impegno è condiviso il difficile diventa possibile. Fai partecipare anche gli altri al tuo impegno.
In montagna, e in verità anche in tutte le altre cose della vita, è la nostra attitudine mentale che ci fa o ci distrugge.
Anima e corpo: ambedue sono necessari. Scalare una montagna, come succede per la maggior parte delle cose della vita, è un’attività per l’80% mentale e per il 20% fisica. La vostra attitudine mentale è il vero elemento determinante della vostra capacità di raggiungere le mete che vi prefiggete.
Fallito non è chi cade ma chi non sa rialzarsi!
Passi a misura della gamba. Porsi una meta graduale: non è necessario fare tutto subito. Dividere la sfida in spezzoni, in obiettivi parziali, e venirne a capo uno dopo l’altro. Andare avanti un passo alla volta. Ecco come è possibile vincere una sfida insolitamente difficile. Scelsi una curva della strada a circa 400 metri e decisi di considerarla la mia prossima meta. Quando arrivai alla curva ancora vivo, mi fissai un altro obiettivo – la prossima curva. Un passo alla volta, un obiettivo dopo l’altro, mi incamminai sulla mia strada.
La motivazione è la chiave delle nostre realizzazioni, dei nostri sogni.
Si è motivati a ripetere un’esperienza, quando si è intimamente soddisfatti e ci si sente bene, felici. E se si è motivati, si avrà successo. Ci si sentirà persone di successo.
È sempre la motivazione a fare la differenza. Si può disporre del miglior equipaggiamento, delle conoscenze più aggiornate, di una superiore quantità di denaro ed essere tuttavia surclassati e messi fuori gioco da qualcuno più motivato.
Prima di perdere la calma, fermati e domandati: “questo potrebbe cambiare il mondo?” È veramente importante? Se non lo è dimenticatene. Se ne fai una tragedia manderai in malora la gita.
Preoccupatevi soltanto di ciò che siete in grado di cambiare e che può avere un vero impatto sui vostri risultati.
Eravamo interdipendenti, l’uno dall’altro e tutti da ognuno – totalmente.
Parlavo con il compagno davanti, con quello dietro. Continua a parlare, mantieni il contatto. Fagli coraggio.
Ognuno è interdipendente. Nessuno è un’isola.
Non solo dobbiamo arrivare, ma aiutare anche gli altri a farlo, perché non possiamo andare avanti da soli. Anche se individualmente abbiamo successo, potremmo alla fine fallire perché non abbiamo aiutato altri ad avere successo.
A volte ci vuole fortuna. Tuttavia, come si dice: più ci si dà da fare, più si diventa fortunati.
Presa di coscienza. Talvolta ci sembra di essere oppressi da tutti i guai del mondo, tuttavia anche altri hanno un fardello da portare.
Il nostro ruolo all’interno del gruppo si andava lentamente precisando.
Non era una squadra, ma un gruppo di star di prima grandezza, ognuna desiderosa di compiere la propria scalata personale senza curarsi degli interessi della squadra.
La formazione di una squadra richiede qualcosa di più che un obiettivo.
È improbabile che tutti riescano a conquistare la vetta, e allora ci si deve chiedere: della squadra fanno parte uomini disponibili a svolgere ruoli secondari come aprire la strada o sistemare le corde fisse?
Alle persone non basta sentirsi dire che devono comportarsi come una squadra, devono sentirsi tali.
Il vero apprendimento nasce dal fare qualcosa in pratica, cosa del tutto diversa dal sentirne parlare o dal sentirsi dire che si può fare. Avevamo bisogno di lavorare insieme come una squadra per poterlo diventare. A volte si è capi a volte si è gregari. Non esistono persone capaci di guidare tutti e in ogni situazione.
Dovremmo sentirci orgogliosi dei nostri successi del passato. Le sfide future non saranno necessariamente le stesse del passato, tuttavia i successi ottenuti dovrebbero infonderci la fiducia necessaria ad affrontarle.
Concedetevi qualche minuto per guardare al passato, riflettete sui successi ottenuti, partite da essi per acquistare fiducia in vista delle sfide future.
La maniera più veloce di avanzare consiste nel camminare lentamente.
Non ci devono essere rimpianti nella vostra vita, nessun <<avrei dovuto…>>.
Equilibrio: uno sgabello con una sola gamba non potrà mai reggersi.
Quando si ridiscende, senza l’obiettivo della vetta, il livello dell’adrenalina cala, la gente perde concentrazione e muore. Non basta arrivare, si deve anche tornare indietro.
Quali sono le mie motivazioni? Quale profondo impulso mi fa agire? Che cosa è importante per me? Quali sono i miei valori?
Guardandolo riuscii a vedere chiaramente che sono i valori l’essenza di ogni motivazione e di ogni decisione.
Competizione e sfida. Queste parole sono sempre state dentro di me. Ditemi che non posso fare qualcosa e io reagirò.
Valori di base: quello che ci deve guidare nella vita. Se non riusciamo a capire che cosa è più importante per noi, per che cosa siamo disposti a combattere, infine quali sono le nostre motivazioni profonde, avremo sempre dubbi e rimpianti. Scopriamo i nostri valori di base e facciamone la cartina tornasole delle nostre decisioni.
È necessario conoscere i propri valori di base per scegliere la “vetta” da scalare.
Concentrarci su ciò che veramente importa.
Questi valori di base sono stati il mio metro di valutazione, il modello a cui ispirarmi per le decisioni riguardanti la vita privata e il lavoro. Essere padrone del mio destino.
Chi è insoddisfatto non sarà motivato, se non si sarà motivati non si avrà successo.
Quando sappiamo chi siamo, possiamo compiere con sicurezza le nostre scelte, e dare del successo la nostra definizione personale invece di lasciare che i genitori, gli amici o la società la diano per noi!
Everest Express non riuscì a raggiungere la vetta dell’Everest. Ma noi, noi avevamo avuto successo? Decidete voi. Io credo che il successo sia qualcosa di personale, diverso da individuo a individuo, non dovrebbe essere decretato da ciò che la società pensa. Se tenteremo di vivere secondo parametri dettati da altri, non potremo mai sentirci soddisfatti, pensare di avere avuto successo: qualcun altro sarà sempre più ricco, più bello, più dotato, più forte, o avrà avuto più successo di noi. Noi eravamo convinti di aver avuto successo, come persone e come squadra.
La società sostiene che si deve continuare a salire, sempre più in alto sulla scala gerarchica fino a raggiungere la vetta e il successo. Iniziare come insegnante, diventare vicepreside, preside. Iniziare come venditore, diventare capo area, vicepresidente delle vendite. Salire lungo la scala, guadagnare di più, arrivare in cima. È una sciocchezza. Né voi né altri siete obbligati a salire senza sosta lungo la scala gerarchica, per ognuno esiste un livello, un limite. Se lo oltrepassate, ebbene, forse non morirete ma avrete fallito, vi svuoterete e, in senso metaforico, morirete. Dovremmo riuscire a scoprire chi siamo e che cosa sappiamo fare bene, e poi fare proprio questo. Non dobbiamo permettere ai nostri capi, agli amici o alla società in cui viviamo di spingerci a fare qualcosa che non ci conviene, per cui non siamo dotati o che non corrisponde ai nostri valori.
Sono proprio i valori di base la chiave del successo personale, della possibilità di sentirsi bene con se stessi, di divertirsi e di guardare senza rimpianto alle decisioni importanti della propria vita.
VERO SUCCESSO SIGNIFICA RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI SENZA VENIR MENO AI PROPRI VALORI DI BASE.
Se le vostre decisioni saranno basate su di essi, non vi dovrete mai pentire.
Essere diventati padroni di voi stessi, invece di lasciare che altri guidino più o meno palesemente la vostra vita, vi donerà la più grande libertà e vi permetterà di essere veramente soddisfatti della vostra vita, perché voi avrete scoperto chi siete e che cosa potete e volete fare.
Sembrava che ognuno avesse partecipato ad un’ascensione diversa! Ognuno aveva visto l’impresa dal proprio punto di vista. Fu allora che mi resi veramente conto del fatto che ognuno vede le cose, anche le medesime, con i propri occhi, attraverso le proprie esperienze e gusti. La mia impresa sull’Everest era diversa da quella di ogni altro membro della squadra. Non solo ricordiamo lo stesso avvenimento in maniera differente, ma anche avvenimenti raccontati da ognuno sono diversi
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