Quadro delle competenze manageriali

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Quadro delle competenze manageriali

L’ho tirato fuori dal marmo, non l’ho scolpito. Michelangelo

Meno ruolo, più competenze. Meno gerarchia, più squadra. Meno specializzazione, più ibridazione.
Oggi è questa la tendenza manageriale per chi vuole ottenere il massimo dai suoi collaboratori ma anche da se stesso. Lo sviluppo e la manutenzione delle competenze sintetizzano il fattore competitivo per eccellenza e il tempo per il loro apprendimento è “sempre”.

La forza competitiva, per una azienda, è la forza per correre. Ogni occasione è buona per imparare da tutto quel che accade e da tutte (o quasi) le persone che incontriamo. Siamo sempre pronti a prendere appunti, perché le competenze viaggiano con noi!

Ricordiamo, velocemente, la definizione del concetto di competenza: un sistema dinamico, gestito dall’individuo, di quattro componenti:
➢ Conoscenze
➢ Capacità
➢ Comportamenti
➢ Consapevolezza

Le conoscenze, ovvero il “sapere che serve sapere” per svolgere in modo efficace un lavoro e interpretare in modo corretto un ruolo professionale.
Il livello di conoscenze configura il livello complessivo di preparazione. Per essere eccellenti, oggi bisogna essere preparati al 110%.
Le capacità sono le conoscenze applicate nella pratica, attraverso la palestra delle esperienze. Le capacità possono essere frutto anche di attitudini e inclinazioni ma devono essere comunque supportate da una solida base di preparazione, non solo contenutistica ma anche sperimentale, come l’esempio della “bottega dell’arte” rinascimentale

I comportamenti sono la dimostrazione tangibile delle capacità possedute e applicate. I comportamenti si manifestano attraverso atteggiamenti: non solo cosa so fare e come lo faccio, ma come mi impegno a migliorare, quanto sono motivato a fare bene quello che faccio o ad apprendere nuove modalità per farlo in modo diverso. Come mi relaziono con il lavoro, con il mio capo, con i Clienti, con i colleghi, con me stesso.

La consapevolezza è avere ben chiaro il contesto dove le mie competenze sono “situate”, ovvero dove si trovano ad agire in un preciso momento. Diverso, per esempio, è svolgere un intervento formativo sulla comunicazione interpersonale in una azienda, in una scuola, in una associazione culturale o durante un convegno. Una persona competente sa anche seguire con attenzione le evoluzioni delle competenze sia tecniche che comportamentali, riducendo i tempi di nuovi apprendimenti per colmare lacune o rendere le competenza ancora più forti.

A livello aziendale, questo modo di interpretare le competenza è il nuovo vantaggio competitivo per vincere la pressione degli scenari e correre veloci.

Un esercizio di riscaldamento sulle competenze:

Prima di arrivare al quadro riepilogativo delle competenze che servono per gestire un team a distanza, rispondi a queste due domande:
1. Quali sono gli indicatori di successo della gestione di un team a distanza?
Prova ad indicarne almeno tre:

2. Quali sono, secondo te, le cinque competenze chiave che un responsabile deve possedere per assicurare il successo nella gestione di un team a distanza?

1. Sintesi schematica di tutte le competenze manageriali che servono

Vediamo ora, nel dettaglio, le competenze manageriali che servono da oggi ai prossimi cinque anni:

Competenze tecnico-specialistiche

• Essere esperto dei contenuti del proprio lavoro
• Avere padronanza dei processi aziendali in cui si è inseriti, della visione organizzativa, del settore in cui l’organizzazione opera e dei Clienti a cui l’organizzazione offre prodotti o servizi.

Competenze organizzative

• Essere bravi nella gestione del tempo e delle attività
• Lavorare e far lavorare gli altri per progetti, obiettivi e priorità
• Capacità di cambio delle priorità in corso d’opera
• Capacità di gestione delle urgenze (reclami di Clienti, disservizi, problemi irrisolti, scadenze imminenti) o delle emergenze (criticità inattese)
• Capacità di sburocratizzare l’organizzazione

Competenze di sicurezza
Conoscenze e capacità legate a tutti gli aspetti della sicurezza sul lavoro, relativi all’organizzazione (prevenzione dei rischi, protezione dai pericoli, salute, igiene, ambiente, dati sensibili)

Competenze trasversali

Per chi le possiede, le competenze trasversali sono il fiore all’occhiello di ogni profilo professionale. La loro importanza è cresciuta in modo esponenziale, al punto tale da essere valutate oggi come “essenziali”.

Per questo motivo, da “soft skills” sono sempre più indicate come “life skills” ma è più corretto, in definitiva, definirle come “competenze trasversali”.
Si chiamano trasversali perché:

• “Attraversano” e “incrociano” i più diversi ambiti operativi, manageriali e relazionali nei processi di lavoro e nei tanti momenti della vita aziendale
• Utilizzando una metafora botanica, si “innestano” nelle altre competenze rendendole ancora più pregiate, uniche e distintive.
• Sono una espressione di soggettività: rispetto al loro possesso o alla loro carenza, ognuno può fare la differenza
• Bisogna essere motivati a svilupparle e diventare bravi nell’“installarle”, “strutturarle” nella propria personalità e negli stili di vita e di lavoro.

Configuriamo le competenze trasversali in questo “pannello di controllo”. Per ogni competenza, evidenzieremo i fattori chiave con la possibilità, per il lettore, di svolgere una autovalutazione per ognuna di loro.

Configuriamo le competenze trasversali in questo “pannello di controllo”. Per ogni competenza, evidenzieremo i fattori chiave con la possibilità, per il lettore, di svolgere una autovalutazione per ognuna di loro.

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