L’arte del saper vivere

Corso di formazione

Accedi online a tutti i materiali didattici dei corsi di formazione, ai videocorsi e/o partecipa ai corsi online.

L’arte del saper vivere

Secondo il filosofo Seneca, “Per tutta la vita bisogna imparare a vivere”.

La citazione mi trova pienamente d’accordo.

L’esistenza è un’avventura di apprendimento e sviluppo che non finisce mai, neanche con la morte.

Il Carpe Vitam è dunque la principale concretizzazione dell’arte del saper vivere, ovvero del saper stare bene in questo mondo nell’intero arco della nostra esistenza.

Abbiamo visto come il passaggio al “Carpe Vitam” – inteso come un atteggiamento mentale da acquisire e mantenere in modo stabile – non escluda il Carpe Diem ma lo incorpori in una visione più ampia e di fatto più completa del nostro modo di interpretare l’esistenza.

Per ribadire ancora il concetto, vivere non può ridursi ad una questione solo godereccia – anche il piacere fine a se stesso ad un certo punto stanca ed annoia – ma significa sviluppare una visione che includa saggiamente i diversi ambiti, momenti e “sapori” della vita.

Questo vuol dire che, ad esempio, ogni età della nostra permanenza terrena ha la sua specifica tipologia di “Carpe Diem”: per l’adolescente ha un significato – emozionarsi per un bacio – per un adulto ne assume un altro – realizzare un’opera personale, professionale e/o sociale – per un anziano un altro ancora – godersi i nipoti, viaggiare insieme ad altri anziani.

In ogni caso, il punto di partenza per diventare maestri nell’arte di vivere è la consapevolezza di sé e di come viviamo/interpretiamo gli eventi della nostra vita, a partire da ogni giorno.

Essere consapevoli significa attivare la presenza e la lucidità mentale necessarie a riconoscere il flusso di emozioni, pensieri e comportamenti che quotidianamente ci attraversano e di cui noi stessi siamo i fautori.

La consapevolezza non consiste semplicemente in un momentaneo o casuale accorgersi di un qualcosa, in un’attenzione spontanea o automatica bensì è una vera e propria capacità psicologica di focalizzazione, da attivare e mantenere intenzionalmente.

A cosa serve la consapevolezza? Soprattutto per:

  • conoscersi, attraverso il rapporto con se stessi, gli altri e le situazioni in genere;
  • poter intervenire per interrompere/trasformare stati d’animo spiacevoli;
  • orientare il flusso di pensieri verso direzioni costruttive – interrompere i “circoli viziosi” dei pensieri negativi (vedi esercizio del capitolo 2);
  • riconoscere le proprie ed altrui modalità di interazione sociale.

Possiamo individuare quattro tipi di consapevolezza:

  • consapevolezza di quello che provo/sento – emozioni e sentimenti;
  • consapevolezza di quello che penso/visualizzo – pensieri, dialogo
    interno, immagini, fantasie;
  • consapevolezza di come agisco – atteggiamenti e comportamenti;
  • consapevolezza di quello che comunico – linguaggio verbale/espressivo e linguaggio del corpo.

La consapevolezza di emozioni e sentimenti mi porta subito a poterli identificare con dei nomi per riconoscerli quando successivamente avrò modo di viverli/provarli.

Esistono quattro emozioni di base, universali, per tutto il genere umano: rabbia, paura, gioia e tristezza da cui derivano i sentimenti che rappresentano le sfumature e le diverse intensità emotive “interpretate” dalle persone, non solo da un punto soggettivo ma anche culturale, in rapporto alle emozioni.

Ad esempio, dalla rabbia possono derivare sentimenti di irritazione – minore intensità rispetto all’emozione di base – oppure di aggressività distruttiva – maggiore intensità.

Dalla gioia possono derivare sentimenti di contentezza – minore intensità – oppure di euforia – maggiore intensità.

Le emozioni di per sé non sono né “negative” né “positive”: è il modo di governarle a livello personale che fa la differenza in termini di benessere o malessere vissuto.

Ragioniamo su un esempio concreto.

L’arte del saper vivere

 

La rabbia, generata dal mancato raggiungimento di un obiettivo o dal modo di fare di qualcuno, può essere incanalata verso una direzione costruttiva – la uso come energia propellente per rimboccarmi le maniche e provare a raggiungere di nuovo l’obiettivo/la scarico in un’attività sportiva – oppure distruttiva – somatizzo l’insuccesso prendendomela con me stesso/aggredisco la persona che si è comportata male.

Il principio guida è che siamo sempre noi l’ago della bilancia del nostro modo di governare le emozioni ed i sentimenti scaturiti dai diversi eventi della vita.

Alla base della capacità di governo intelligente delle emozioni c’è la strategie del non identificarsi nell’emozione vissuta in un dato momento.

“Sto provando rabbia” – non: “Sono arrabbiato” (io non sono la mia rabbia).

“Mi sento irritato per quello che hai fatto” – non: “Sono irritato”.

“In me c’è paura in questo momento” – (Non c’è solo paura ma anche le mie risorse per farvi fronte).

“Sento/provo una grande gioia in questo momento!” – non: “sono gioioso” (perché so che nessuna emozione rimane fissa nel tempo e prima o poi cambierò stato d’animo).

La consapevolezza dei pensieri ci aiuta ad osservarne il flusso in rapporto alle emozioni ed ai sentimenti che stiamo provando in una determinata circostanza.

Le domande che stimolano la consapevolezza sono:

  • che tipo di pensieri stanno attraversando ora la mia mente?
  • sono pensieri che riguardano un qualcosa che è già successo, che sta accadendo o che dovrà accadere?
  • sono pensieri che si focalizzano sulle persone con cui ho a che fare?
  • cosa sto pensando su di me?
  • sono pensieri che mi aiutano a risolvere la situazione o mi stanno semplicemente ammorbando?

Dal momento che i nostri comportamenti sono “figli” dei nostri pensieri, la consapevolezza della qualità del nostro modo di pensare risulta fondamentale per contenere al massimo la dispersione di energia che avviene quando i nostri pensieri sono “inquinati” da certe negatività.

Immaginiamo, ad esempio, di disporre del 100% di energia creativa da destinare alle attività che più ci fanno sentire bene e/o ai lavori che siamo chiamati a svolgere.

Possiamo considerare tale energia creativa una sorta di campo magnetico che attrae persone e situazioni in modo vantaggioso e soddisfacente.

Il potere attrattivo di questo campo è direttamente proporzionale alla nostra capacità di padroneggiare ed utilizzare l’energia che nasce dal sentirsi in armonia con se stessi.

Iniziamo a perdere “potere” quando lasciamo invadere la nostra mente da pensieri e stati psicologici distruttivi come ad esempio:

  • giudizi negativi su di sé e/o sugli altri;
  •  un bisogno ossessivo di controllo generato dall’ansia dell’insicurezza;
  • pensieri vittimistici;
  • pensieri pessimistici;
  • creazione di alibi – attribuzione di colpe a fattori esterni;
  • percezione di forte dipendenza dagli altri e/o da eventi esterni;
  • stereotipi e pregiudizi;
  • rimpianti;
  • rimorsi;
  •  risentimenti;
  •  pensieri violenti di odio, vendetta, gelosia, invidia o rancore.

La maggior parte delle persone “brucia” una quota considerevole della propria energia indirizzandola verso questi pensieri distruttivi.

È necessario ricordare, infatti, che ogni nostro pensiero esiste perché siamo noi stessi a dargli vita attraverso la nostra energia.

Avere consapevolezza del fiume dei nostri pensieri significa poter riuscire a risalirlo fino alla “sorgente” per verificare se è inquinata oppure no.

Se riscontriamo negatività ed impurità abbiamo un “pensiero non potabile”.

Se invece la nostra condizione mentale è “microbiologicamente pura” disponiamo di freschi e frizzanti pensieri con cui dissetarci e ravvivare le nostre funzioni vitali.

“Vorrei che fosse la fine del mondo – disse sospirando Dorian – la vita è una gran delusione.

“Ah, mio caro – esclamò Lady Narborough infilandosi i guanti – non venitemi a dire di avere esaurito la vita.

Quando un uomo dice questo, è chiaro che la vita ha esaurito lui”.

Oscar Wilde

QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE

Investimento consapevole dell’energia mentale

La finalità del presente questionario è semplicemente quella di renderti consapevole del modo in cui investi la tua energia mentale.

Rispondi con sincerità ed immediatezza alle seguenti domande:

L’arte del saper vivere

 

L’arte del saper vivere

Ogni risposta segnata con un “SI” rappresenta un punto di attenzione ed un’area di miglioramento a livello personale.

È necessario disinvestire energia da quel modo di essere e/o di reagire, che risulta inquinato, e reinvestirla in pensieri e comportamenti “ecologici” e ad alto rendimento.

20

+

anni di esperienza

50

+

formatori e consulenti aziendali senior

250

+

corsi in aula / online e team building a catalogo

500

+

aziende Clienti

15000

+

partecipanti