Nives Meroi

Corso di formazione

1. Completa questa frase: Per me la montagna è…

Nives Meroi - Uno strumento per stare bene in mezzo alla natura.

2. Descrivi le caratteristiche e le doti che contraddistinguono un forte alpinista?

Nives Meroi - Intelligenza, sensibilità e una grande passione.

3. Cosa è importante fare per prepararsi al meglio ad un’ascensione alpinistica?

Nives Meroi - Premesso che bisogna avere un’adeguata esperienza alpinistica, è sicuramente importante prepararsi a livello fisico e conoscere, studiare l’ambiente in cui ci si andrà a muovere. A livello di testa, è importante l’apertura mentale: bisogna liberarsi da tutti gli schemi mentali che non ti permettono di vivere in armonia con quello che stai facendo. Per “schema mentale” intendo anche l’ambizione di voler arrivare a tutti i costi. Secondo me non è utile, è soltanto negativa. Per esempio, quando parto per una spedizione, il pensiero di dover a tutti i costi mantenere il primato della donna con il maggior numero di ottomila è una cosa negativa, che mi impedisce di vivere bene la scalata.

4. Quali sono i pro e quali i contro di salire le montagne in solitaria invece che insieme ad altri alpinisti?

Nives Meroi - Io sono sufficientemente codarda da scegliere di non andare a fare solitarie in montagna che vadano oltre - ma nemmeno che si avvicinino - a quello che faccio in compagnia. Forse si può pensare che per far delle solitarie ci voglia maggior concentrazione, ma è uno specchietto per le allodole. In realtà devi avere la massima concentrazione anche quando vai in compagnia perché sei comunque responsabile di te stesso, e in più anche di quello che capita ai tuoi compagni. Sicuramente preferisco andare in compagnia perché è bello condividere. Ma in realtà, sulla montagna si è in ogni caso sempre soli. In montagna ognuno è racchiuso nella propria fatica, nei propri pensieri, nei propri dubbi, nelle proprie paure. Ma sono due solitudini che condividono un obiettivo. Non saprei dire un “contro” delle scalate in cordata, perché sono sempre andata in montagna con qualcuno. Sicuramente però ci dev’essere un affiatamento, una comprensione immediata, oltre che uno stile comune e un obiettivo condiviso, da perseguire con gli stessi mezzi.

5. Quali emozioni provi nel raggiungere una vetta?

Nives Meroi - Sul momento niente di particolare, perché ho sempre bisogno di un po’ di tempo per digerire le esperienze. In più in Himalaya puoi dire di aver fatto una cima solo quando sei al campo base ben seduto sulla sedia e con un piatto di pastasciutta davanti. Perciò i tempi sono molto lunghi e dilatati, e sulla vetta non provi emozioni forti. Forse anche per la mancanza di ossigeno che ti fa ragionare in maniera più lenta.
Diciamo che la gioia della scalata non è necessariamente legata alla cima. Sia in vetta che durante la salita, provi un’emozione legata a tutta l’esperienza che stai vivendo. Cammini, fai una fatica bestia e quando ti giri un attimo per prendere fiato, il tuo sguardo si perde nell’infinito, non domina mai l’orizzonte, ma lo abbraccia. Ti rendi conto di quanto siano irrilevanti tutte le ambizioni, capisci la fragilità assoluta di noi esseri umani che pensiamo di sapere tutto, di… dominare, ma che cosa?

6. Cosa provi e come reagisci dovendo rinunciare invece ad una vetta?

Nives Meroi - Sul momento, sicuramente non si reagisce in maniera proprio elegante. Ma certamente mai con rabbia, rancore o arrabbiatura. Proprio per il discorso fatto prima sull’irrilevanza delle ambizioni. Oramai, dopo anni che faccio alpinismo, riesco a dire “vabbè, sarà per la prossima”.

7. Cosa significa per te avere successo?

Nives Meroi - Riuscire a mettere un passo davanti all’altro nel mio miglioramento come persona. Non vorrei sembrare troppo “new age” però, appurata l’assoluta relatività di tutte le varie forme di successo (record, primato, secondo classificato, etc.), quello che rimane alla fine della fiera è un’esperienza che ti può dare una mano a migliorare come persona. E basta.

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