L’umorismo e le sue manifestazioni

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L’umorismo e le sue manifestazioni

Può essere divertente, oltre che interessante, apprendere che i nostri antenati paleolitici erano già dotati di umorismo.

L’incisione rupestre, con evidente contenuto umoristico, lo dimostra chiaramente.

Come le arti, la fantasia, la capacità di simbolizzare, anche l’umorismo è un’espressione esclusiva dell’intelligenza umana, caratterizzata da complessi risvolti cognitivi, fisiologici, emotivi e comportamentali che variano da persona a persona.

La figurazione ed il linguaggio hanno facilitato all’uomo l’ingresso in un mondo ricco più di simboli che di cose, di cui l’umorismo ne è una finestra sempre aperta.

Fin dagli albori della sua esistenza, l’uomo ha trovato nella sua capacità umoristica, da un lato, lo strumento per sdrammatizzare alcuni aspetti della realtà, dall’altro, una modalità psichica per cogliere nuove stimolazioni nel rapporto con gli eventi della vita, con i propri simili e con se stesso.

Il riso ed il sorriso sono dunque un privilegio esclusivo del genere umano con buona pace degli zoologi che, forse anche ironicamente, hanno catalogato come “jena ridens” uno dei più squallidi e tutt’altro che allegri abitanti del nostro pianeta.

Tali espressioni umane, già presenti nel corredo genetico, non sono semplici meccanismi stimolo-risposta.

Anche le scimmie ridono se solleticate, oppure sotto l’effetto dell’alcool, ma la struttura armonica delle loro risate differisce da quella degli esseri umani a causa degli stessi meccanismi neuromuscolari che sono differenti negli uomini e nei primati e che consentono solo ai primi di parlare.

L’Homo leader sapiens riflette dunque l’Homo leader ridens e viceversa:
penso dunque rido, rido dunque sono un manager intelligente!

Oltre agli aspetti biologici e anatomici, la differenza è soprattutto nei vissuti psicologici ed emotivi, propriamente umani, che derivano da stimoli umoristici “positivi” – comicità, ironia, storie, aneddoti e metafore – e “negativi”, come la satira dissacrante ed il sarcasmo.

E’ importante sottolineare che ognuno di noi dimostra un atteggiamento diverso nei confronti degli stimoli umoristici.

Tale diversità è correlata non solo alle predisposizioni personali – la struttura – per utilizzare un termine caro a James Hillman, ma anche ai diversi ambienti che hanno costituito lo scenario evolutivo dalla crescita fino all’età adulta ed oltre.

Alcuni studi hanno evidenziato una correlazione positiva tra l’essere vissuti in famiglie in cui è stato diffusamente “praticato” l’umorismo ed il suo “impiego” successivo nei vari contesti della propria vita affettiva, lavorativa e sociale.

L’umorismo e le sue manifestazioni

 

In relazione alle caratteristiche della personalità, l’individuo compie inoltre una selezione degli stimoli umoristici.

Uno stimolo vissuto come comico da una persona, può essere percepito di cattivo gusto da un’altra.

Oltre a differenze psicologiche individuali, va presa in considerazione anche una diversità di genere: l’umorismo dei maschi può essere anche molto diverso da quello delle femmine.

Un’indagine condotta nel 2001 da Donata Francescato ha evidenziato che le donne preferiscono un umorismo “passivo”, ossia situazioni in cui gli altri le facciano ridere, prediligono stimoli umoristici basati su una sottile ambiguità, i giochi di parole, la satira politica, l’autoironia e gli eventi comici tratti dalla quotidianità.

Gli uomini, invece, preferiscono far ridere in quanto gradiscono porsi al centro dell’attenzione, essere apprezzati e riconosciuti dagli altri come persone capaci di generare ilarità.

Generalmente gli uomini prediligono in particolare i film comici, la satira politica, le barzellette a contenuto osceno e/o aggressivo che prendono di mira comportamenti umani come ad esempio la sessualità o particolari gruppi sociali, etnici o categorie professionali.

Sulla “passività” femminile e sul fatto che le donne protagoniste della comicità siano numericamente poche, Luciana Littizzetto ha una sua teoria: “Siamo un po’ come il pepe nel sugo: è buono, dà sapore, però fa male al fegato.

Una cosa detta da una donna è più aggressiva”.

In ogni caso, per chi gestisce persone, la prima indicazione pratica consiste negli “accorgimenti” da adottare nell’ uso dell’umorismo in funzione del genere maschile o femminile degli interlocutori, dei contenuti specifici e della situazione contingente.

A questo proposito, Omar Maja, dirigente in Atahotels, sottolinea che: “Come ogni aspetto della comunicazione, l’umorismo genera reazioni che possono aiutare o meno le situazioni e le relazioni; molta attenzione va prestata al fatto che ogni persona ha una sensibilità diversa.

L’autoironia è meno pericolosa ma anche questa va gestita.

Non tutto l’umorismo fa ridere tutti”.

Benvenuti dunque nel caleidoscopico mondo dell’umorismo dove sorrisi e risate si manifestano nei più diversi colori emotivi.

Partendo dall’aspetto meramente espressivo, possiamo notare prima di tutto il gradiente di intensità esistente tra sorriso e riso, il quale parte da livelli appena percettibili fino a raggiungere forme plateali che possono addirittura sconfinare nelle convulsioni, come nel caso del “ridere a crepapelle”.

In ogni caso, un anonimo suggerisce argutamente: “Sorridi, perché sorridere fa utilizzare solo 17 muscoli mentre ce ne vogliono 43 per accigliarsi; per cui, anche solo per risparmiare energia, conviene sorridere”.

La seguente “Lista del sorriso e del riso” ci aiuta ad identificarne le diverse tipologie espressive:

  • Sorriso di benvenuto, di saluto
  • Sorriso di cortesia, di educazione
  • Sorriso di modestia
  • Sorriso timido, imbarazzato
  • Sorriso sollecitante
  • Sorriso di incoraggiamento
  • Sorriso d’approvazione
  • Sorriso di complicità
  • Sorriso di consolazione
  • Sorriso rabbioso
  • Sorriso nervoso, isterico
  • Sorriso falso
  • Sorriso di gioia o di felicità
  • Sorriso ironico, beffardo, sarcastico, crudele
  • Sorriso enigmatico

Completiamo il quadro con le tipologie di riso, alcune delle quali simili al sorriso ma diverse per intensità e fenomenologia:

  • Riso di gioia o di felicità
  • Riso di benvenuto, di saluto
  • Riso di approvazione
  • Riso di complicità
  • Riso di partecipazione, contagioso
  • Riso erotico
  • Riso timido, imbarazzato
  • Riso falso, di convenienza
  • Riso di vittoria, di trionfo, arrogante
  • Riso di disapprovazione
  • Riso beffardo
  • Riso crudele, maligno
  • Riso di disprezzo
  • Riso sardonico
  • Riso di furore, di rabbia
  • Riso amaro
  • Riso di delusione
  • Riso isterico
  • “Ridere per non piangere”
  • “Ridere sotto i baffi” – l’espressione richiama anche l’etimologia del termine sorriso, “sub riso”, un riso di minore intensità

Gli aggettivi qualificativi esprimono la variegata e complessa natura del sorriso e del riso in termini di metacomunicazione.

Le sfumature psicologiche ed emotive presenti in ciascuna tipologia le caratterizzano sia a livello di vissuto soggettivo, sia come impatto nei rapporti interpersonali.

In questo senso, l’insorgere di ogni situazione in cui si manifestano il sorriso ed il riso determina una microstruttura sociale comunicativa in cui avvengono precisi scambi di messaggi veicolati a livello cosciente ma anche e soprattutto a livello subliminale.

La gamma delle tipologia confluisce nella fenomenologia dell’umorismo caratterizzandone le diverse modalità espressive.

Possiamo dunque configurare (fig. 2) il nostro oggetto di indagine come una caratteristica umana poliedrica, complessa, articolata su più livelli psicologici ed emotivi, i cui confini tra le sue diverse manifestazioni sono molto labili.

Come la noia non è il contrario del divertimento, così l’umorismo non è il contrario della serietà.

L’umorismo può identificarsi come una preziosa risorsa comunicativa e relazionale, un’utile chiave di lettura degli eventi della vita ma anche come espressione di un’ aggressività distruttiva.

L’umorismo può essere anche una forma mentis nel momento in cui rappresenta “Il modo più intelligente per farci scoprire il lato comico nelle cose serie ed il lato serio nelle cose comiche”

L’umorismo e le sue manifestazioni

Fig. 2 Schema delle diverse manifestazioni dell’umorismo.

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