Indagine umorismo e management

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Indagine umorismo e management

I risultati della Ricerca Olympos Group

La ricerca qualitativa, svolta attraverso la somministrazione del questionario presentato qui di seguito e tramite interviste, ha coinvolto un campione di centocinquanta persone, tra manager e professional, operanti in organizzazioni pubbliche e private su tutto il territorio nazionale.

QUESTIONARIO DELLA RICERCA “UMORISMO & MANAGEMENT”

A cura di Stefano Greco

Responsabile Olympos Roma

www.olympos.it

Stiamo svolgendo una ricerca sull’umorismo inteso come possibile risorsa psicologica da utilizzare sul lavoro, al fine di essere ancora più efficaci nell’interpretazione del proprio ruolo manageriale.

Le chiediamo cortesemente di rispondere al questionario esprimendo il suo punto di vista sulla base di esperienze e riflessioni personali.

Il questionario è anonimo.

Una volta compilato, può inviarlo tramite e-mail all’indirizzo:
stefano.greco@olympos.it

Grazie per la collaborazione!

ALCUNI DATI BIOGRAFICI

ETA’:
SESSO: M F (indicare con una X a fianco)
TITOLO DI STUDIO:
ATTUALE POSIZIONE RICOPERTA IN AZIENDA:
ITEM:

  1. Una sua definizione di umorismo
  2. Il rapporto tra umorismo e management quali riflessioni le suscita?
  3. Secondo lei, in quali momenti della vita organizzativa l’umorismo può essere particolarmente utile per un manager?
  4. Descriva sinteticamente un’esperienza di lavoro in cui l’umorismo si è rivelato una risorsa psicologica ed emotiva che ha fatto la differenza in termini di risultati e soddisfazioni
  5. Secondo lei, l’umorismo può considerarsi oggi una risorsa necessaria per il bagaglio delle competenze professionali di un manager?


SI NO NON SO

(barrare con una X a fianco)

  1. “Il Top Management non ride più. C’è in giro troppa serietà, troppa contrazione, troppa attenzione a misurare se stessi e gli altri e poca voglia di sorridere delle condizioni proprie e altrui”
    (Nadio Delai in “Formazione dei Top Manager: un’utopia?” – a cura di Pier Luigi Celli)

Secondo la sua percezione, in che misura tale affermazione corrisponde alle realtà aziendali attuali?


Moltissimo Molto Abbastanza Poco Per nulla

(barrare con una X a fianco)

  1. Nel suo percorso professionale, si è verificato che l’ umorismo sia stato oggetto di formazione specifica?


SI NO

(barrare con una X a fianco)

In caso di risposta affermativa, descriva sinteticamente cosa è stato fatto:
In caso di risposta negativa, cosa le piacerebbe fare in proposito?

  1. Se dovesse stilare una graduatoria delle capacità fondamentali richieste oggi ad un
    manager, dalla più importante (1) fino alla meno importante (10), a quale livello collocherebbe l’umorismo?

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

(barrare con una X a fianco)

  1. Il consiglio che lei darebbe oggi ad un manager di prima nomina a proposito del rapporto tra umorismo e management:

 

ANALISI ITEM N° 1

“Una sua definizione di umorismo”

Il primo stimolante contenuto della ricerca ha riguardato le diverse definizioni di umorismo indicate dai partecipanti.

Al di là della mera simpatia espressiva, le idee formulate in questo primo item evidenziano la ricchezza di pensiero e l’elevato grado di consapevolezza riguardo l’oggetto dell’indagine.

Alcune definizioni:

“Basilare componente della vita personale e sociale”

“Capacità di cogliere collegamenti fra situazioni apparentemente diverse evidenziandone il lato paradossale o buffo.

Saper girare al positivo o addirittura comico i fatti che accadono”.

“Un modo per “entrare” nello schema mentale degli altri, senza fargli male!”

“Una forma “ rara “ di intelligenza”

“Capacità di cogliere, nei vari aspetti della vita, elementi di “giocosità” che esulano dagli stretti meandri razionali”

“Un vaccino per sdrammatizzare la complessità della vita”

“L’umorismo è la capacità di concludere i pensieri su sé stessi e sul mondo sempre con un sorriso.

L’umorismo è infatti lo strumento che permette di alleggerire il carico emotivo che ogni giorno portiamo con noi, allena la mente a vedere le cose da diversi punti di vista e consente di relazionarsi meglio con le persone”

“E’ la capacità di interpretare il contesto con sano distacco e acuta osservazione”

“L’umorismo è quella sensazione di libertà che si prova in un contesto ironico ed ilare, allorché una battuta, un motto di spirito, una situazione comica, una riflessione arguta, un atteggiamento anticonformistico, possono provocare un’uscita dagli schemi, dalla situazione standard di serietà e compostezza quale quella che caratterizza la nostra esistenza sia sul piano privato, sia nell’ambito professionale”.

“Una medicina efficace e necessaria contro lo stress e la depressione del nostro tempo. Una pausa all’insegna dell’umorismo….

Aggiungerei anche dell’autoironia…
Umorismo è saper vedere risate dove gli altri vedono solo problemi, ma ridere, deridere, ridicolizzare, vuol dire apprezzare l'umorismo, sia quello bonario che quello sarcastico, satirico, graffiante pungente, sferzante, caustico”.

“La capacità di sorridere dei propri difetti, di vedere il mondo e le cose con leggerezza e fantasia.

Capacità nel cogliere le contraddizioni e farle vivere insieme, in maniera sottile e a volte raffinata.,

A mio modo di vedere, diventa preziosa quando si trasforma in ironia e permette di non prendersi sul serio continuando a fare le cose seriamente”

“L’ “arte” di sorridere dei propri difetti, debolezze e carattere e di quelli degli altri (in questo caso, facendo sorridere e ”partecipare” anche i destinatari delle nostre arguzie e riflessioni che debbono essere sempre bonarie)”.

“Mi risulta difficile riuscire a dare una definizione di umorismo.

Posso solo usare delle analogie e delle metafore per poter dare un’idea che sia il più vicino possibile a ciò che sento.

L’umorismo assomiglia al processo di insight. Sembrerebbe una ristrutturazione degli elementi che compongono il campo il cui risultato è una figura diversa da quella precedente e che presenta delle caratteristiche di idiosincrasia con il contesto.

Credo che siano queste caratteristiche avvertite come dissonanti a suscitare reazioni legate alla sorpresa e al divertimento.

Mi viene in mente il controtempo nella musica. Per fare due esempi il modo di fare jazz di alcuni famosi cantanti e alcuni passi del tango che permettono di realizzare due figure in un solo tempo.

Questa dissonanza che ne deriva rende ciò che si ascolta o si vede esteticamente piacevole e sicuramente diverso dalle aspettative.

In sintesi definirei l’umorismo come un comportamento individuale o di gruppo caratterizzato dalla capacità di ridefinizione di contesti attraverso elementi dissonanti ed inaspettati”.

ANALISI ITEM N° 2

“Il rapporto tra umorismo e management quali riflessioni le suscita?”

Le risposte fornite al quesito numero due sono state molto interessanti sia in termini di pragmatismo, sia per l’arguzia della riflessione.

Alcuni esempi:

“In una realtà come quella in cui opero (Il partecipante è il titolare di filiale di una banca, n.d.A.) ritengo basilare impostare il rapporto con la clientela su tre specifici assi portanti:

Professionalità – Condizioni – Piacere di entrare.

Il piacere di entrare e’ il punto sicuramente più importante dal momento che:

riesce a mettere il cliente a suo agio
rende il rapporto, anche se professionalmente elevato, più diretto e completo ( si ha più facilità ad arrivare al nocciolo della questione):
ti permettere di poter divagare nella discussione dei vari problemi e riuscire così a conoscere meglio le problematiche e presentare le soluzioni dei problemi più vicine a quelle sperate dai clienti ( conosciute durante la precedente discussione):
Non fa sostare a lungo il cliente sulla questione basilare ( le condizioni)”

“Ritengo che affrontare il management con umorismo consenta di esprimere il 110% delle proprie potenzialità.
Inoltre è un fattore decisivo per aumentare la qualità della vita e ridurre ansia e stress”.

“Capacità di sdrammatizzare, relativizzare, contestualizzare per affrontare con più distacco le situazioni anche difficili. Mantenere un approccio positivo anche in contesti conflittuali o stressanti. Il concetto della possibilità di esistenza di un rapporto tra umorismo e management” potrebbe, comunque, non essere compreso da alcuni e quindi ridicolizzato o banalizzato”.

“Maggiore performance e un ambiente di lavoro più disteso = maggiore produttività”

“Utilizzo dell’umorismo come chiave di lettura di alcuni momenti della vita del “gruppo”; elemento per dare un aspetto più umano e divertente alla vita lavorativa”.

“Tutti faremmo tutto se ci venisse chiesto con un sorriso”.

“Interessante, un accostamento che di per sé parrebbe molto lontano e nella maggior parte dei casi nella realtà aziendale lo è “sul serio”.

“Secondo me, il rapporto umorismo e management è ad oggi molto basso. L’umorismo sviluppa la fantasia (i diversi punti di vista umoristici) e questo può scontrarsi con le capacità richieste ad un manager: aderenza alla realtà e serietà.

Inoltre l’umorismo porta anche all’umanizzazione dei ruoli, mentre molti hanno ancora il preconcetto che le attività del manager possono essere credibili solo attraverso la spersonalizzazione delle relazioni soprattutto con i propri collaboratori”.

“Interessante e doveroso accostamento, se teniamo in considerazione il fatto che l’impresa italiana si caratterizza ancora per un approccio al lavoro rigoroso in termini di atteggiamento
verso i propri dipendenti.

Riuscire a far reinterpretare il contesto aziendale in chiave umoristica “alleggerirebbe” le coscienze e metterebbe tutti in condizione di produrre meglio”.

“Un rapporto conflittuale tra chi si crede importante e chi gli ricorda che è solo un uomo”.

“Nello studio legale in cui lavoro vige una certa atmosfera di rigore e serietà… ma fortunatamente capitano eventi sociali (cena di natale, gita estiva, gita invernale, ecc.) in cui siamo tutti coinvolti in attività ludiche, sportive, gastronomiche, ecc.

L’umorismo allora regna sovrano, e tutti ci accorgiamo (inclusi i partner) di quanti benefici riceviamo da questo modo di rapportarci, che non è un esclusivo rapporto professionale ma anche umano… la risata, la battuta, l’ironia e l’autoironia ci riporta in una dimensione umana”.

“Dipende da che punto di vista si guarda. Due punti fondamentali:

  1. Un management tutto da ridere
  2. Un management che ha poco da ridere!

Lo vedo come uno strumento che permette di vedere un lato delle cose che, di solito, per rapidità e tensione rischiano di passare inosservate. Inoltre è un modo per lavorare meglio
con gli altri , condividendo una visione divertente e leggera del mondo organizzativo”.

“L’umorismo è un possibile strumento “filosofico” e “stilistico” di gestione del quotidiano manageriale che potrebbe essere utilizzato per aiutare il manager a introdurre leggerezza ed un pizzico di irriverenza intelligente nella sua esperienza professionale.

E’, secondo me, l’ingrediente che spesso manca perchè estraneo al modo di essere della persona o alla cultura organizzativa di riferimento in cui viene spesso disapprovato se non addirittura “censurato”.

“Credo che l’umorismo sia un potente vettore di cambiamento dei comportamenti.

Purtroppo credo che risenta di una cultura secolare a dir poco strana che lo relega solo ad alcuni aspetti come la letteratura o che lo fa rientrare in categorie vicine come la satira.

A volte sembra non essere una caratteristica di personalità quanto un oggetto bizzarro dotato di vita propria.

Proprio per questa capacità di codificare in modo differente delle situazioni sia un potente catalizzatore di emozioni legate alla paura, all’angoscia e al conflitto interno ed esterno. Un’organizzazione lavorativa potrebbe trarre dei vantaggi su diversi aspetti come il miglioramento della qualità della vita organizzativa, sul clima, sulla motivazione…”

ANALISI ITEM N° 3

“Secondo lei, in quali momenti della vita organizzativa l’umorismo può essere particolarmente utile per un manager?”

L’item numero tre prende in considerazione le situazioni in cui l’umorismo si rivela essere il prezioso enzima che “facilità la digestione” di attività e situazioni organizzative particolarmente impegnative ed importanti.

Trovo interessanti, in particolare, alcuni spunti:

  1. Il rilievo colto da due partecipanti riguardo l’umorismo inteso come comunicazione indiretta attraverso cui veicolare messaggi significativi.
  2. La capacità insita nell’umorismo di facilitare il “rinnovarsi dei punti di vista”
  3. L’associazione tra umorismo e creatività

Ecco una sintesi dei commenti più rappresentativi:

“Nel dire quello che si vuol dire non dicendo quello che gli altri non vogliono sentire”

Indagine umorismo e management

“Non ci sono momenti particolari, affrontare la vita con umorismo è un modo di essere…ogni momento è adatto per sorridere un po’”

“Utile per fare squadra, per infondere indirettamente messaggi positivi”

“Nei momenti di cambiamento organizzativo

Nei momenti di stress lavorativo

Quando un Leader deve far condividere un obiettivo scomodo”

“Per sdrammatizzare momenti difficili, per tirare su il morale, per fornire aiuto psicologico alle proprie risorse in modo indiretto”.

“L’umorismo dovrebbe essere stimolato soprattutto nelle relazione con i colleghi, dovrebbe essere lo strumento di socializzazione ed una modalità relazionale anche con i propri superiori.

L’umorismo inoltre dovrebbe essere sviluppato nelle aree aziendali creative e relazionali con i clienti”.

“L’umorismo può essere una valida strategia se utilizzata, ad esempio, nell’affidamento di consegne lavorative, da parte del manager verso il proprio staff, che comportino un alto grado di impegno, e che dunque possono rientrare nella categoria della pesante mole di lavoro da sopportare: allentare le tensione può servire così a ridurre le ansie da prestazione, e a far apparire meno drammatico e più leggero quanto si dovrà svolgere in base alle direttive”.

“Nelle relazioni interpersonali in momenti non istituzionali.

In momenti istituzionali per creare spirito di gruppo, per allentare le tensioni, per favorire il relax mentale e generare momenti informali che possono accrescere la creatività e la capacità di rinnovare i punti di vista”.

“Nelle riunioni con i propri collaboratori e negli incontri personali per assegnare determinati obiettivi da raggiungere”.

“Lo ritengo particolarmente utile nei momenti di gestione delle persone, nelle riunioni ed ogni qual volta può essere un facilitatore relazionale e del clima aziendale (o del gruppo di lavoro specifico). Nei momenti in cui si esercita l’attività creativa in tutte le sue possibili forme”.

“Non mi viene in mente un momento della vita organizzativa nel quale non potrebbe essere utile.

Proprio perché ha il potere di catalizzare emozioni come l’angoscia, l’aggressività e la paura lo trovo utilissimo nelle situazioni di conflitto e soprattutto all’interno di gruppi di lavoro.

Credo che potrebbe rappresentare un strumento efficace in situazioni organizzative caratterizzate da un alto livello di conflittualità. Insomma da utilizzare per fare team building e per fare interventi di problem solving, negoziazione e gestione del conflitto. Utilissimo nelle organizzazioni come ospedali, scuole, carceri con professionisti che potrebbero andare incontro alla sindrome del burnout”.

ANALISI ITEM N° 4

“Descriva sinteticamente un’esperienza di lavoro in cui l’umorismo si è rivelato una risorsa psicologica ed emotiva che ha fatto la differenza in termini di risultati e soddisfazioni”

L’item numero quattro entra nello specifico di esperienze personali vissute utilizzando l’umorismo come “risorsa a valore aggiunto” in diversi momenti della vita lavorativa.

Un suggerimento: mentre leggete le testimonianze più emblematiche, provate a visualizzare le scene e le situazioni descritte godendovi il “surround emozionale” evocato…

“Cliente non conosciuto che, malgrado condizioni economiche migliori della concorrenza, ha preferito rimanere presso la mia filiale”

“Aiutare una collega spostata coattivamente in altro settore e su altra attività”

“In una riunione dove il management doveva comunicare al team un periodo di forte impegno lavorativo come conseguenza di nuove strategie, l’umorismo è servito per far accettare l’idea”.

“Preparazione ad una verifica del Consorzio in cui i colleghi sono stati tutti coinvolti nello studio della tematica, anche in chiave ironico/umoristica”.

“Io e il mio staff eravamo ad una riunione con importanti clienti esteri e la situazione generale era abbastanza tesa e in una sorta di stallo contrattuale . I clienti volevano concludere ed aggiornare il meeting alla settimana successiva.

Siamo riusciti a sbloccarla facendo battute del tipo “ Con la pancia piena si ragiona meglio “ ecc.ecc.. e ci siamo fatti portare delle fantastiche tartine , panini , dolcetti , vino ecc.. .

Abbiamo firmato il contratto”

“Un giorno dovevo incontrare un prof. che avrebbe avuto un ruolo importante nel decidere il mio ingresso nella rosa dei docenti per una scuola di management.

Avevo rimandato questo incontro per settimana proprio perché non riuscivo a capire come potermi relazionale, come valorizzare il nostro incontro, insomma ero molto preoccupata!

La mattina che decisi di affrontarlo, misi il mio solito completo nero da professionista, ma con un paio di calze colore arancio acceso. Questo segno tangibile della mia ironia mi ha permesso di svolgere un incontro professionale ma all’insegna del sorriso e della simpatia”.

“Nell’ambito del rush finale di gestione di un progetto complesso, non appoggiato con trasparenza dal management nei confronti della consulenza esterna, un ritrovato rapporto con i colleghi/collaboratori in chiave umoristica ha supportato nei periodi di mole intensa di lavoro e di pressione psicologia per l’esito finale del progetto in termini di soddisfazione dei clienti”.

“Per quanto concerne la mia esperienza personale, posso far riferimento alla presenza di una volontà umoristica in occasione dei corsi di formazione e di aggiornamento: oltre a creare un clima accogliente e un’atmosfera amichevole, quindi a ridurre quella serietà tipica del contesto lavorativo, si stabilisce una migliore predisposizione all’apprendimento, favorendo così il raggiungimento dello scopo intrinseco allo svolgimento dello stage”.

“L’umorismo mi ha spesso salvato, specie durante le sessioni d’aula o durante i miei interventi nei convegni (essendo particolarmente timido).

Un ricordo abbastanza vivido è stato durante un corso sulla comunicazione a professori di liceo (il più giovane aveva almeno 20 anni più di me)”.

“Un giorno uscendo dall’ufficio ho erroneamente preso il cappotto di una cliente, scambiandolo per il mio che era identico… quando ho realizzato il “guaio”, ho temuto per il mio posto di lavoro… per fortuna, l’episodio, che si è risolto con uno scambio dei rispettivi cappotti, ha destato molta ilarità anche nel partner (notoriamente severo e poco incline al riso e al sorriso) che assisteva la malcapitata cliente…”.

“In una importante riunione di lavoro, il solito collaboratore “rompiscatole” ha cercato di mettermi in difficoltà evidenziando, con una battuta abbastanza “cattiva”, alcuni aspetti delle mie richieste a suo dire “improponibili”.

Ho risposto con una battuta umoristica non rivolta nei suoi confronti, ma verso un mio supposto “deficit”, suscitando così una partecipata adesione alle richieste fatte”.

“In Filiale, ero allo sportello, un Cliente (Commercialista) al di là della vetrata si è messo a fare il mimo, ho risposto alla “scena” improvvisandomi mimo anche io naturalmente…ne è nata una splendida amicizia ed una valida collaborazione commerciale”.

“Durante una riunione in cui dovevo presentare una serie di numeri e di tabelle mi sono accorto che le persone intorno al tavolo si stavano annoiando e qualcuno forse anche addormentando.

Mi sono interrotto, mi sono seduto e ho finto di addormentarmi anch’io. Dopo poco, percepito un leggero stato di imbarazzo, ho alzato la testa e ho detto: “ L’argomento è così pesante che stavo per addormentarmi anch’io.

Scusatemi ma effettivamente credo che ci voglia un momento di pausa. Caffè?”.

La pausa mi ha permesso di rompere un ritmo negativo, suscitare un po’ di ilarità, provocare un momento informale e, al rientro, attivarmi con una comunicazione diversa che si concentrava sui fondamentali e prevedeva anche il coinvolgimento dei presenti”.

“Lo ritengo particolarmente utile nei momenti di gestione delle persone, nelle riunioni ed ogni qual volta può essere un facilitatore relazionale e del clima aziendale (o del gruppo di lavoro specifico). Nei momenti in cui si esercita l’attività creativa in tutte le sue possibili forme”.

“Una recente aula che ho tenuto sul tema dello sviluppo dell’ascolto: l’aula era rivolta a figure manageriali bancarie che stavano attraversando un periodo particolarmente difficile per le condizioni finanziarie della banca ma anche per l’aumentare delle loro frustrazioni personali: abbiamo provato a dissacrare con leggerezza alcuni luoghi comuni e a visualizzare i problemi individuali cercando di cogliere il lato paradossale e comico delle situazioni.

Ciò ha permesso di migliorare il clima dell’aula e la partecipazione attiva, ma soprattutto di stimolare nelle persone un modo più divertente e meno “pesante” di condividere i propri fardelli con gli altri e soprattutto con se stessi”.

“Un lungo e difficile momento in una piccola società di consulenza che ha visto cambiare uno dei responsabili.

Clima notevolmente mutato. Scarsa capacità del nuovo responsabile di leggere le situazioni di tensione che andavano aumentando esponenzialmente.

Un grave errore durante la presentazione di un progetto ai partner rischiava di invalidare il lavoro del gruppo.

Previsioni e costi sbagliati. Livello di tensione crescente accompagnato dal silenzio di tutti i presenti…una battuta velocissima “vedo che siete tutti soddisfatti del lavoro che stiamo facendo”…ha suscitato molte risate con un conseguente alleggerimento della pressione (credo anche quella arteriosa!).

Insomma era al limite del paradosso. Ma ha funzionato.

Ha aperto nuovamente una porta che solo qualche secondo prima stava per chiudersi completamente”

ANALISI ITEM N° 5

“Secondo lei, l’umorismo può considerarsi oggi una risorsa necessaria
per il bagaglio delle competenze professionali di un manager?”

SI NO NON SO

(barrare con una X a fianco)

A nostro avviso, uno dei risultati più interessanti emersi dalla ricerca, sul quale riflettere attentamente, consiste nel fatto che il 99% del campione ha risposto “sì” a questo item.

Tutti i partecipanti, tranne uno, ritengono l’umorismo una necessaria risorsa da inserire nel bagaglio professionale delle competenze di un manager.

Negli attuali elenchi e/o nelle declaratorie presenti nella letteratura specialistica, che definiscono le qualità richieste ad un manager-leader per essere efficace, l’umorismo risulta al momento assente.

Alcuni esempi:

  1. Solido orientamento etico
  2. Abilità di prendere decisioni sgradevoli
  3. Chiarezza e concentrazione
  4. Ambizione
  5. Capacità di comunicare efficacemente
  6. Abilità di valutare le persone
  7. Disposizione per lo sviluppo dei talenti
  8. Sicurezza emotiva
  9. Adattabilità
  10. Fascino

Elenco tratto da “The Economist” del 23 ottobre 2003

  • Capacità di comunicazione scritta
  • Lingua Inglese
  • Capacità di negoziazione
  • Capacità di analisi del lavoro altrui
  • Capacità di analisi psicologica delle persone
  • Capacità di progettare la Formazione
  • Capacità di lettura di un bilancio

Cesare Vaciago, in un intervista al quotidiano “Il Messaggero del 1 marzo 2002

La svolta concettuale sul concetto di leadership efficace consiste dunque nell’aggiungere a pieno titolo la capacità umoristica nelle declaratorie delle competenze manageriali fondamentali.

ANALISI ITEM N° 6

“Il Top Management non ride più. C’è in giro troppa serietà, troppa contrazione, troppa attenzione a misurare se stessi e gli altri e poca voglia di sorridere delle condizioni proprie e altrui”
(Nadio Delai in “Formazione dei Top Manager: un’utopia?” – a cura di Pier Luigi Celli)

“Secondo la sua percezione, in che misura tale affermazione corrisponde alle realtà aziendali attuali?”

Moltissimo Molto Abbastanza Poco Per nulla (barrare con una X a fianco)

La “percezione di serietà” costituisce un altro importante spunto di riflessione dal momento che il 72 % del campione ha risposto “molto”, l’ 1% “moltissimo”, il 18 % “abbastanza” e solo un 9 % “poco”.

ANALISI ITEM N° 7

“Nel suo percorso professionale, si è verificato che l’ umorismo sia stato oggetto di formazione specifica?”

SI NO

(barrare con una X a fianco)

“In caso di risposta affermativa, descriva sinteticamente cosa è stato fatto.

In caso di risposta negativa, cosa le piacerebbe fare in proposito?”

Le risposte all’item numero sette evidenziano il fatto che al momento, in Italia, le esperienze formative sull’umorismo sono come mosche bianche.

Il 97 % del campione ha risposto “no”, mentre solo tre persone hanno vissuto un’esperienza di formazione specifica sull’umorismo:

  • Un seminario di aggiornamento professionale dal titolo: “Comicità e salute”
  • Interventi comico-teatrali nell’ambito di un corso sulla Comunicazione
  • Sessione di “Yoga della Risata”

Preso atto della notevole sproporzione numerica, bisogna aggiungere che circa il 60 % del campione auspica interventi mirati all’approfondimento del tema attraverso modalità teatrali, seminari formativi, incontri specifici.

ANALISI ITEM N° 8

“Se dovesse stilare una graduatoria delle capacità fondamentali richieste oggi ad un manager, dalla più importante (1) fino alla meno importante (10), a quale livello collocherebbe l’umorismo?”

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

(barrare con una X a fianco)

Le valutazioni relative all’item numero otto sono caratterizzate da una significativa variabilità:

  • 24 % livello 4
  • 27 % livello 7
  • 20% livello 6
  • 19 % livello 8
  • 8 % livello 9
  • 1% livello 2
  • 1% livello 3

L’importanza oscilla comunque intorno ad un complessivo “valore medio”

ANALISI ITEM N° 9

“Il consiglio che lei darebbe oggi ad un manager di prima nomina a proposito del rapporto tra umorismo e management”

L’item del “buon consiglio” conclude il questionario arricchendo ulteriormente la ricerca di un prezioso distillato di saggezza umoristica:

“Vai a scuola di umorismo, ascolta le battute di B. e non ripeterle ( umorismo negativo), cattura ed impara quello che puoi da chi ritieni “umoristicamente valido” ed è vicino a te ( anche se non manager). Ricordati più battute possibili, quelle veloci ed incisive (riuscirai ad adattare ogni battuta ad ogni singola situazione)”.

“Sorridi perché sei convinto che faccia bene alla tua e alla altrui vita e non perché lo ritieni un mezzo per ottenere un obiettivo”

“Una battuta in più, un sorriso in più, magari anche una frase detta nel proprio dialetto nativo vi renderebbe sicuramente più umani e meno macchine da lavoro!!”

“Non sottovalutarne le potenzialità in termini di antidoto allo stress da lavoro, di alleato prezioso nelle modalità comunicative, nella soluzioni di problemi”

“Di gestire la comunicazione e i rapporti interpersonali anche  e molto attraverso    l’umorismo, soprattutto nelle riunioni settimanali, con l’obiettivo di distendere il clima e di prendersi meno sul serio.

Cercare di rendere anche il negativo positivo per la motivazione delle Risorse Umane”.

“Prendi il lavoro anche con umorismo. Sii coinvolgente con il tuo gruppo, anche divertendolo (purché non si risolva tutto in barzelletta)”.

“Direi che: “E’ meglio essere amati che temuti”

“Se ce la fai, non prenderti troppo sul serio”

“Utilizza l’umorismo come strumento di gestione della emotività tua e quella delle persone che con te lavorano.

Trova ogni giorno almeno un elemento su cui sorridere rispetto a te stesso e a gli altri, ma soprattutto condividili!!”

“Di non scambiare mai l’umorismo, sicuramente necessario, con superficialità, perché la percezione da parte dei collaboratori potrebbe andare in questa direzione”

“Il consiglio che potrei dare è senza dubbio quello di riflettere sulla opportunità, e sulla necessità, di considerare l’umorismo una valida strategia di approccio manageriale accanto a competenze e abilità di carattere strettamente tecnico”

“Guardati con gli occhi degli altri, ma ricorda di infilarti gli occhiali”.

“Cogliere le sfumature delle cose, perché a volte cercando gli spunti umoristici (dove ci sono contraddizioni apparenti o stridenti) si vedono in altro modo le criticità e si cercano le loro soluzioni”.

“Ragionare sempre in positivo e sforzarsi di trovare lo spunto per una riflessione umoristica anche dove nessuno lo immaginerebbe”.

“Riuscire a guardare al proprio lavoro con ironia migliora la performance”.

“Non prendersi troppo sul serio, prendere con filosofia la propria fallibilità, non sentirsi indispensabili, rispettare la serietà degli altri ma concedersi il coraggio di pensare in modo irriverente quando occorre, non lesinare un sorriso a se stessi e agli altri”.

“Iniezioni di “Risatina B” due volte al giorno…Stare dentro le situazioni ed ottenere i migliori risultati non dipende dal grado di ansia, angoscia, rabbia…credo che si possano ottenere buone performance “alleggerendo” e “facendo respirare” le situazioni”.

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