L’opportunita' di essere presenti sui social

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L’opportunita' di essere presenti sui social

Di Massimo Angelini

Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha conseguito un Master in Sviluppo Manageriale alla LUISS. Dall’agosto 2012 è Direttore Public Relations di Wind, azienda in cui è entrato nel 1999 come Responsabile Qualità Totale.

La conoscenza è potere e, nell’era dei social media, la conoscenza è reputazione. Perdere l’opportunità di essere presenti sui profili social, oggi vuol dire essere tagliati fuori da chi vuole accedere in qualsiasi momento e luogo alle informazioni.

Lo sviluppo dei servizi digitali, dei device e delle tecnologie di ultima generazione ha rivoluzionato il concetto spazio/temporale delle relazioni interpersonali e sociali.

Le numerose piattaforme social che aumentano sempre più rapidamente, contraddistinte per il loro target di riferimento, sono le agorà del futuro dove ognuno può essere protagonista della propria immagine e delle proprie relazioni. Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram, solo per citarne alcuni, sono le nuove vetrine che hanno cambiato radicalmente tempi, modi e contenuti della comunicazione.

L’opportunita' di essere presenti sui social

Questa “digital disruption” ha contaminato anche le aziende, innovandone rapidamente i loro modelli di business, disintermediando le  catene del valore e  trasformando radicalmente la relazione con i consumatori.

Ed i social network sono stati gli acceleratori di questo cambiamento.

Si pensi, ad esempio, che secondo l’Osservatorio Unioncamere sulla Demografia d’Impresa, quasi i due terzi delle imprese, nate nel 2014 con a capo giovani “under 35”, partono già attive sul web (per l’esattezza, il 65%), il 57,2% con un proprio sito internet e il 55,9% con una pagina Facebook.

Di queste, circa la metà indica poi di essere già pronta - o di stare per attrezzarsi - alla vendita on line. Ma nonostante ciò, i social network ancora non vengono percepiti come uno strumento di lavoro: gli italiani che li utilizzano attivamente sono quasi 28 milioni (circa la metà della popolazione totale) ma la stessa proporzione non si registra per quanto riguarda le imprese del Made in Italy.

Secondo una ricerca della Fondazione Nord est, infatti, soltanto il 26,5% di queste utilizza Facebook, Twitter, Pinterest o Instagram per pubblicizzare il proprio brand ed i propri prodotti.

La presente pubblicazione può essere, quindi,  un buon punto di partenza e uno stimolo per iniziare a “navigare” nella comunicazione digitale e per capirne i nuovi linguaggi e le modalità di interazione.  

E non stiamo parlando di futuro ma del nostro presente.

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