Scegliere i “metodi di allenamento”

Corso di formazione

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Scegliere i “metodi di allenamento”

“Sto navigando da abbastanza tempo per capire chi sono gli elementi validi.
Si parla poco dei sacrifici che si fanno a bordo e quanto è dura per loro, e lo è: devono alzarsi alle sei tutte le mattine e lavorare, sia in navigazione che all’ormeggio,  per dieci, dodici ore al giorno, a volte anche la sera, per tutto l’anno, ma pare che si divertano”.

Tom Blackaller,  Skipper 

Gli studiosi dello sport hanno evidenziato che lo svolgimento di tutte le attività legate al fitness può ricondursi all’espressione di cinque componenti fondamentali, le cosiddette cinque  “S”:

  • Speed
  • Strength
  • Stamina
  • Suppleness
  • Skill

Tradotte in italiano, sono: velocità, forza, resistenza, agilità ed abilità.

Il loro “peso”, in termini di importanza, e la loro “caratterizzazione” varia naturalmente in funzione del tipo di sport praticato e comunque ogni tipo di performance sportiva richiede l’attivazione di una specifica combinazione di queste basilari componenti.

La scelta dei metodi di allenamento sportivo è quindi direttamente collegata alle esigenze di sviluppo di tali componenti.

La stessa situazione avviene nel mondo del lavoro.

Abbiamo visto come sia le persone , sia le aziende siano oggi chiamate a sviluppare le stesse qualità di un atleta o di una squadra attraverso programmi di allenamento su misura delle specifiche realtà e degli obiettivi da raggiungere.

In tale prospettiva, le energie, le risorse ed il tempo dedicati al potenziamento delle “componenti professionali” rappresentano per tutti un investimento necessario, da rendere quanto più remunerativo possibile.

Per avviare costruttivamente il processo decisionale relativo alla scelta delle attività formative da svolgere e conseguentemente della società di consulenza/università/struttura o del professionista che le erogherà, è utile porsi le seguenti domande:

  • CHE COSA OCCORRE ALLA MIA AZIENDA, ALLA FUNZIONE ORGANIZZATIVA   DI CUI SONO RESPONSABILE, ALLA MIA PROFESSIONALITA’?”
  • A CHI MI POSSO RIVOLGERE, CHI E’ L’INTERLOCUTORE GIUSTO?”
  • COME SCEGLIERE UNA SOCIETA’ DI CONSULENZA O UN  FORMATORE?
  • COME VALUTERO’ IL RAPPORTO COSTI/BENEFICI RISPETTO AL SERVIZIO RICEVUTO?”

Rispondere alla prima domanda necessità un buon livello di consapevolezza relativo alle possibili esigenze legate ad obiettivi di sviluppo e/o di rafforzamento.

Nel 1999, l’ ASSOCONSULT – L’Associazione delle Società di Consulenza Direzionale e Organizzativa –  mise a punto un interessante “Decalogo per l’utilizzo della consulenza direzionale da parte delle PMI” in cui evidenziò una serie di obiettivi dai quali può originare la necessità di interventi consulenziali e formativi:

  • Ampliare i mercati di riferimento dei propri prodotti/servizi in Italia e/o all’estero
  • Formulare piani di sviluppo aziendale sulla base di analisi economico-finanziarie
  • Adeguare i mezzi e/o il processo produttivo all’evoluzione tecnologica
  • Ottimizzare la distribuzione, gli acquisti, le scorte
  • Realizzare il sistema di qualità aziendale ed ottenerne la certificazione
  • Migliorare la conoscenza dei costi e la determinazione dei prezzi di vendita
  • Accrescere il livello di controllo sia nell’area strategica sia in quella operativa
  • Migliorare l’efficacia dell’organizzazione e delle procedure aziendali
  • Sviluppare la professionalità dei collaboratori
  • Adeguare il sistema informativo aziendale
  • Utilizzare, per uno o più obiettivi, le agevolazioni finanziarie italiane ed europee
Scegliere i “metodi di allenamento”

 

Mentre per le esigenze aziendali  legate all’azione di figure professionali come il Commercialista, il Revisore contabile, il Consulente del Lavoro o l’Avvocato, l’identificazione è relativamente facile, quelle che riguardano lo sviluppo delle persone e la gestione degli aspetti “soft” dell’organizzazione – la comunicazione interna, la collaborazione, l’integrazione funzionale – sono più difficilmente individuabili o definibili.

In ogni caso, la consulenza e la formazione relativa agli aspetti comportamentali, manageriali e alle dimensioni psicologiche devono essere gestite esclusivamente da professionisti con competenze accreditate in questi settori.

“A ciascuno il suo”, direbbe Leonardo Sciascia.

Lo Psicologo non deve fare l’Ingegnere e quest’ultimo non deve “giocare” a fare lo psicologo;  i due professionisti sono chiamati, caso mai, ad integrare efficacemente  le loro competenze nell’ambito di una visione progettuale unificata dall’obiettivo della massima soddisfazione sia dei clienti interni – i partecipanti alla formazione – sia del cliente finale – il committente.

Per la delicatezza dell’incarico,  la scelta di una società di consulenza o di un formatore deve basarsi sia sulla reciproca fiducia, sia sulla possibilità di costruire una partnership  efficace che garantisca, da un lato il necessario commitment del cliente, dall’altro un buon margine di manovra per il  fornitore nel consigliare, guidare, anticipare il cliente su tutto quello che è necessario fare per assicurare l’ottima riuscita del progetto.

Valutare il rapporto costi/benefici di un progetto formativo non è facile.

Come abbiamo approfondito nel capito due, la progettazione e l’erogazione degli interventi devono prevedere tutta una serie di attività e di strumenti orientati a valutare ed in una certa misura  quantificare i risultati raggiunti.

In ogni caso, l’entità dei benefici attesi può essere calcolata, a seconda della tipologia del progetto, in tre modi, spesso coesistenti, in modo variabile, all’interno di uno stesso progetto:

  • Quantificando l’incremento dei ricavi, per esempio nei progetti di sviluppo commerciale, di formazione dei venditori, di consulenza nel web marketing o e-commerce.
  • Valutando la riduzione dei costi, per esempio nei progetti di riorganizzazione, di snellimento, di outsourcing.
  • Considerando i costi relativi alla mancata realizzazione di un progetto, quando ad esempio le competenze delle persone non vengono aggiornate o rivitalizzate, causando abbrutimento professionale, oppure nel caso in cui l’azienda rimanga arretrata rispetto alla necessità di innovarsi e di adeguarsi alle evoluzioni del mercato e della concorrenza.

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